Perché effettuare il test?
In caso si sospetti la presenza di un’infezione da virus Zika.
Quando Fare il Test?
Il test viene effettuato se si manifestano febbre, mal di testa, eruzioni cutanee, dolore alle articolazioni e ai muscoli ed in caso di congiuntivite a seguito di un viaggio in aree colpite dal virus Zika (Bolivia, Brasile, Messico, Guatemala, Giamaica, Venezuela, Cuba, Repubblica Dominicana, Perù, Maldive, Tailandia, Sri Lanka (Ceylon), India, Angola, Capo Verde, Guinea Bissau, ecc); il test è necessario anche in caso di rapporti sessuali con persone che abbiano recentemente viaggiato nelle stesse aree; così come nelle donne in gravidanza che abbiano viaggiato nelle stesse aree, indipendentemente dai sintomi e nei bambini affetti da microcefalia.
Che tipo di campione viene prelevato per il test?
Viene prelevato un campione di sangue venoso dal braccio e/o un campione di urina raccolto in un contenitore pulito; più raramente un campione di liquido cefalorachidiano o di liquido amniotico.
È necessaria una preparazione al test?
No, non è necessaria alcuna preparazione
L’Esame
Il virus Zika è un patogeno riemergente trasmesso da artropodi, appartenente alla famiglia Flaviviridae,. Il virus si trasmette attraverso la puntura di una zanzara infetta appartenente al genere Aedes (prevalentemente Aedes aegypti, il vettore principale in tutto il mondo di molte arbovirosi), ma anche, seppur meno frequentemente, tramite trasmissione sessuale. Gli esami che permettono di porre diagnosi d’infezione da virus Zika sono finalizzati alla ricerca del materiale genetico virale (RNA) su sangue, urina, liquido cefalorachidiano, liquido amniotico mediante test di amplificazione degli acidi nucleici (NAATs), oppure dalla ricerca degli anticorpi prodotti in risposta all’infezione, mediante test sierologici (con successiva conferma mediante test di neutralizzazione).
Circa l’80% delle persone infettate con il virus Zika è asintomatica e la restante percentuale presenta solo sintomi lievi. I sintomi iniziali dell’infezione includono di solito febbre, cefalea, eruzioni cutanee, dolori articolari e muscolari, congiuntivite, che possono permanere al massimo per una settimana. I sintomi sono simili a quelli di altre infezioni trasmesse dalla puntura di zanzara, come la Dengue o La Chikungunya. Essendo questo tipo d’infezioni molto simili tra loro, il ruolo del laboratorio è essenziale per una corretta diagnosi.
Nonostante sia stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1947 dalle scimmie della foresta Zika, per i successivi 60 anni, vennero identificati solo casi sporadici in Africa e in Asia, finché nel 2007 si realizzò una epidemia in nell’isola di Yap in Micronesia. Nel 2014 e 2015 ci furono allarmanti epidemie nella Polinesia Francese ed altre Isole del Pacifico; nel 2015–2016 si espansero epidemie in Brasile e successivamente si diffusero al resto dell’America (Bolivia, Colombia, Perù, Caraibi, Texas, Florida, ecc), durante le quali emersero nuove modalità di trasmissione (congenita, perinatale e sessuale) e furono identificate nuove manifestazioni cliniche (aborto, parto pre-termine, microcefalia, gravi difetti alla nascita del cervello e dell’occhio, sindrome di Guillain-Barré, altre sindromi neurologiche, severa piastrinopenia). La microcefalia causata dall’infezione virale comporta seri problemi come disabilità cognitiva, convulsioni, sordità e cecità.
Il 1° febbraio 2016 il Comitato di Emergenza del Regolamento Sanitario Internazionale (International Health Regulations, IHR 2005) dell’OMS dichiarò una situazione di emergenza della sanità pubblica a livello internazionale causata dall’incremento della diffusione del virus Zika, potenzialmente associato ai casi di microcefalia e altri disordini neurologici riportati dal Brasile e nelle Americhe. Dal momento in cui l’epidemia nelle Americhe ha raggiunto il picco nella primavera del 2016, si è realizzata una continua riduzione nel numero dei casi di malattia riportati nella maggior parte dei paesi nelle Americhe e nei Caraibi. La trasmissione inoltre sembra essersi interrotta nel 2017 e inizio 2018 in molte isole caraibiche. Al contrario, in Asia, studi retrospettivi soppongono un’ampia distribuzione geografica del virus Zika. In Africa le informazioni sulla circolazione virale sono limitate. Il 18 novembre 2016, durante la quinta riunione del Comitato di Emergenza sull’infezione da virus Zika è stata annunciata la fine della emergenza di sanità pubblica. Sia l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), sia i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani avviarono un’attività di sorveglianza epidemiologica. Anche in Italia, dal 16 giugno 2016, è stata introdotta la sorveglianza sanitaria, con il “Piano nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.) con particolare riferimento a virus Chikungunya, Dengue e virus Zika”, pubblicato dal Ministero della Salute e successivamente aggiornato nel 2017 e 2018; le stesse raccomandazioni sono state prorogate per tutto il 2019.
Attualmente non sono stati registrati in Europa focolai autoctoni di virus Zika, ma solo infezioni presenti in viaggiatori di ritorno dalle aree colpite.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità nel periodo 2015-2018 in Italia si sono osservati 131 casi confermati d’infezione da virus Zika, tutti collegati a viaggi nei paesi sopra indicati; dal 1 gennaio al 30 giugno 2019, si sono osservati 2 casi confermati d’infezione da virus Zika (di cui un caso di sindrome congenita da Zika virus), anche essi associati a viaggi all’estero.
Alle donne in gravidanza viene consigliato di evitare o di rimandare i viaggi nelle aree endemiche. Attualmente non è disponibile un vaccino contro il virus Zika e il miglior modo per evitare di contrarre la malattia è quello di evitare la puntura delle zanzare Aedes.
Vorreste avere informazioni sugli intervalli di riferimento?
Gli intervalli di riferimento dipendono da molteplici fattori, quali l’età e il sesso del paziente, la popolazione di riferimento e il metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. Il risultato numerico di un test può pertanto avere significati diversi in base al laboratorio in cui viene effettuato.
Proprio per questo motivo, non vengono indicati gli intervalli di riferimento. Al fine di valutare i risultati del test, si consiglia di fare riferimento ai valori forniti dal laboratorio, che riporta gli intervalli di riferimento direttamente sul referto.
Quali informazioni è possibile ottenere dal test?
L’esame del virus Zika viene usato al fine di diagnosticare l’infezione in persone con segni e sintomi riconducibili all’infezione da virus Zika potenzialmente contratta in aree endemiche o tramite rapporti sessuali con viaggiatori di ritorno da aree endemiche.
L’infezione da virus Zika è difficilmente diagnosticabile senza il supporto di test specifici in quanto asintomatica o caratterizzata da manifestazioni cliniche analoghe a quelle di altre malattie come la Dengue o la Chikungunya.
Esistono due tipi di test:
Esami molecolari (NAATs, PCR) – questo tipo di esami sono finalizzati a rilevare la presenza di RNA del virus e consentono di identificare il virus entro una settimana dalla comparsa dei sintomi. Gli esami molecolari possono rilevare anche altri virus come Dengue e Chikungunya, questi esami identificano la presenza del virus non solo nel sangue ma anche nel liquido cefalorachidiano, nel liquido amniotico o nell’urina.
Il virus nel sangue può essere rilevato entro 7 giorni dalla comparsa dei sintomi, mentre nell’urina il virus può essere rilevato fino a 3 settimane.
L’approccio sierologico viene utilizzato, nel caso in cui l’esame molecolare sia negativo.
Ricerca degli anticorpi – consiste nella ricerca delle IgM che vengono prodotte dal sistema immunitario in risposta all’infezione da virus Zika. Questo esame viene solitamente effettuato in caso di test molecolare negativo, oppure se sono passati già troppi giorni dal contagio, e quindi il test molecolare non è più possibile. Le IgM sono presenti nel sangue 7 giorni dal contagio e rimangono per circa 12 settimane. Un esame eseguito troppo precocemente, potrebbe causare risultati falsamente negativi. Questo esame può, inoltre, dare risultati positivi, se sono presenti virus simili a Sika, come per esempio il virus Dengue. In questo caso, sarà necessario un test di conferma (PRNT – Plaque Reduction Neutralization Test) finalizzato a confermare la presenza del virus Zika e ad escluderne altri.
Al fine di valutare correttamente i risultati di laboratorio, si deve tenere conto delle criticità derivanti dalla estesa cross-reattività tra diversi flavivirus, in particolare in seguito a infezioni da parte di un flavivirus in soggetti già in precedenza infettati o immunizzati da altri flavivirus. Questo è molto importante nel caso del virus Zika, viste le conseguenze che una diagnosi d’infezione, in particolare in donne in gravidanza, potrebbe avere.
Quando viene prescritto?
L’esame viene prescritto in caso si presentino sintomi di un’infezione da virus Zika. Per esempio, in caso si abbia viaggiato in aree endemiche o si abbia avuto contatti sessuali con persone di ritorno da queste zone.
I sintomi si presentano solitamente dopo 2-7 giorni dal contagio, e possono includere:
Mal di testa
Febbre
Eruzioni cutanee
Dolore articolare e muscolare
Congiuntivite
Donne in gravidanza che sono state in aree a rischio di contagio o donne che hanno avuto contatti sessuali con viaggiatori di ritorno dalle stesse aree devono assolutamente informare il proprio medico curante.
L’esame può essere richiesto anche per neonati affetti da microcefalia o in persone affette da sindrome di Guillain-Barré a rischio di aver contratto l’infezione da virus Zika.
Il test non è necessario per le donne non gravide asintomatiche e per lo screening pre-concezionale.
Cosa significa il risultato del test?
Esame molecolare
La PCR rileva la presenza del materiale virale (RNA) ed è di solito considerato il test maggiormente attendibile per la diagnosi. Un risultato positivo alla PCR causato dalla presenza del virus Zika viene considerato diagnostico. Tutti i risultati positivi devono essere comunicati agli organi di sorveglianza sanitaria nazionale.
Un risultato negativo della PCR può indicare l’assenza dell’infezione o la presenza di quantità di virus troppo basse per poter essere rilevate. Questo può accadere se l’esame del sangue viene eseguito oltre la finestra di 7 giorni e/o quello dell’urina dopo le 2-3 settimane di permanenza del virus. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomanda l’esecuzione dell’esame sierologico in seguito ad un risultato negativo ottenuto con quello molecolare.
Esame sierologico
Dopo aver rilevato la presenza di anticorpi IgM anti-Zika deve essere eseguito l’esame PRNT (Plaque Reduction Neutralization Test) per confermare la presenza di anticorpi specifici. A causa dell’elevato rischio di risultati falsamente positivi, nessuna decisione clinica deve essere presa prima della conferma del test sierologico. Un risultato positivo all’esame PRNT conferma un’infezione recente da virus Zika e l’assenza del virus Dengue.
Un risultato negativo all’esame sierologico non esclude che sia comunque presente un’infezione da virus Zika: potrebbe essere dovuto all’effettiva assenza dell’infezione o alla presenza di quantità di anticorpi troppo basse per poter essere rilevate. Questo può verificarsi nel caso in cui l’esame venga eseguito troppo precocemente rispetto al momento del contagio e quindi prima che vengano prodotte quantità rilevabili di anticorpi. Nelle fasi precoci è raccomandabile l’esecuzione dei test molecolari.
Ci sono altre cosa da sapere?
Gli esami per la rilevazione dell’infezione da virus Zika danno alcuna informazione circa lo stato di salute del feto di donne in gravidanza.
I sintomi, come le eruzioni cutanee o il dolore articolare, non sono specifici e non consentono la formulazione di una diagnosi certa.
Per informazioni circa le modalità di sorveglianza dei donatori di sangue, si rimanda alla pagina del Centro Nazionale Sangue.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato le linee guida per la prevenzione del virus Zika per via sessuale, riducendo il periodo in cui viene raccomandato di avere rapporti sessuali protetti o di astenersi da sei mesi a tre mesi per gli uomini e da sei mesi a due mesi per le donne.
Quanto tempo è necessario per eseguire il test?
Il tempo necessario per l’esecuzione dell’esame dipende dalla sede presso la quale questo viene eseguito. In Italia esistono centri in ogni regione che eseguono i test in pochi giorni.
Il virus Zika può essere trasmesso da persona a persona?
Si. Il virus può essere trasmesso dalla madre al feto e, anche se raramente, anche attraverso i rapporti sessuali. Si raccomanda alle donne in gravidanza di informarsi sulle modalità di trasmissione e prevenzione dell’infezione, come, ad esempio, evitare di avere rapporti sessuali non protetti con uomini che abbiano vissuto o viaggiato in zone in cui il virus è endemico.
Sono in atto misure di prevenzione per evitare la trasmissione attraverso la donazione di organi, sangue e tessuti (Centro Nazionale Sangue).
Come prevenire?
Attualmente non esiste un vaccino o un trattamento per l’infezione. L’unica prevenzione è proteggersi contro le punture di zanzare.
Indossare magliette a maniche lunghe e pantaloni lunghi, preferibilmente di colore chiaro.
Utilizzare repellenti antizanzare contenenti DEET, picaridina, olio essenziale di eucalipto limone (OLE) o IR3535, anche nelle donne in gravidanza e nei bambini
Trattare le scarpe, i calzini, i pantaloni e le tende con permetrina
Dormire sotto una zanzariera
Vuotare l’acqua contenuta in luoghi dove possono riprodursi le zanzare, come i sottovasi
Utilizzare il preservativo per ridurre il rischio di trasmissione sessuale. L’unico modo sicuro per evitare la trasmissione per via sessuale consiste nell’astensione.
L’ECDC riporta (aprile 2019) che nei paesi dell’Europa continentale (Unione Europea e Area Economica Europea), inclusa l’Italia, esistono due specie di zanzare, la cui competenza come vettori di virus Zika è stata confermata in laboratorio: Aedes albopictuse e Aedes japonicus. Tuttavia, la competenza di tali vettori è minore di quella di Aedes aegypti. La probabilità di trasmissione attraverso la puntura di zanzara è molto bassa in primavera. In estate ed in autunno, quando le temperature sono maggiori e i vettori sono più attivi, qualora il virus venga introdotto in un paese da un viaggiatore, potrebbe essere possibile l’instaurarsi di trasmissione autoctona.
È possibile contrarre l’infezione più di una volta?
No, è improbabile.