JAK2 (ESONE 12) – ANALISI SEQUENZIAMENTO DNA

Perché si esegue il test

Questo test viene richiesto per la diagnosi dei disordini del midollo osseo. Questi disordini sono noti come Malattie Mieloproliferative e si caratterizzano dall’eccessiva produzione di uno o più tipi di cellule del sangue.

Che cosa è necessario per eseguire il test?

Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio. In alcuni casi è necessario un campione di midollo osseo.

Quando è necessario eseguire il test?

Il test viene prescritto in presenza di un sospetto di malattia mieloproliferativa, includendo: 

  • la Trombocitemia essenziale
  • la Policitemia Vera
  • la Mielofibrosi primaria

Preparazione al test

Non si richiede nessuna preparazione al test.

L’esame

Il test è necessario per individuare mutazioni nel gene JAK2. Queste mutazioni sono correlate con uno sviluppo di malattie del midollo osseo e si caratterizzano per una sovrapproduzione cellulare. Il gene JAK2 è il gene codificante la proteina JAK2. Questa proteina è coinvolta nella crescita e la divisione cellulare ed è importante per il controllo della produzione delle cellule del sangue nel midollo osseo.

I disordini del midollo osseo provocati da mutazioni del gene JAK2 sono definiti  disordini mieloproliferativi, neoplasie mieloproliferative o malattie mieloproliferative (MPN). Le MPN provocano una sovrapproduzione di globuli rossi, piastrine o leucociti, suddividendosi in:

  • Trombocitemia Essenziale – sovrapproduzione di cellule che sviluppano le piastrine (chiamate megacariociti)
  • Policitemia Vera (PV) – sovrapproduzione di globuli rossi
  • Mielofibrosi primaria (PMF) – definita anche mielofibrosi cronica idiopatica o metaplasia mieloide, si caratterizza dalla sovrapproduzione di megacariociti e di tessuto fibroso all’interno del midollo osseo

L’esame iniziale di primo livello sul gene JAK2 coinvolge un’individuazione della mutazione V617F. Questa mutazione è acquisita ed è causata dalla sostituzione di un unico nucleotide del DNA (definita mutazione puntiforme), ed è responsabile della sostituzione nella proteina dell’aminoacido valina (abbreviato con V) con l’aminoacido fenilalanina (abbreviato con F) nella posizione 617. Questa sostituzione aminoacidica provoca la produzione di una proteina costantemente attiva, e quindi non presenta nessun meccanismo di controllo, risultando in una proliferazione incontrollata delle cellule del midollo osseo.

Tuttavia, almeno 50 altre mutazioni sono associate con le MPN, e sono per la maggiore posizionate in corrispondenza dell’esone 12. Esistono test specifici volti all’individuazione di queste mutazioni o di altre mutazioni “non-V617F”.

La raccolta del campione del test

Il test necessita un prelievo di sangue venoso dal braccio. A volte può essere richiesta l’esecuzione dell’esame su un campione di Aspirato Midollare o Biopsia Osteo-Midollare.

Preparazione del test

Il test non richiede nessuna preparazione specifica. 

Che informazioni si ottengono tramite il test?

Questo test può essere utile per diagnosticare malattie midollari che presentano una sovrapproduzione di cellule ematiche. Questo test può essere prescritto in concomitanza a ulteriori esami, come quello per l’individuazione delle mutazioni dei geni CALR e MPL. Queste patologie sono definite come neoplasie o malattie mieloproliferative (MPN).

L’esame per l’individuazione delle mutazioni del gene JAK2 è solitamente prescritto in seguito a risultati anomali del test dell’emocromo. Questi risultati includono incrementi di emoglobinaematocritopiastrine e/o globuli rossi. Questi valori possono far sospettare il medico curante che vi sia una MPN, come la Trombocitemia Essenziale (ET), la Policitemia Vera (PV) o la Mielofibrosi Primaria (PMF).

La mutazione del gene JAK2 ampiamente associata a MPN è JAK2 V617F, denominata in questo modo per via di una mutazione in posizione 617 nel gene JAK2. Per questo motivo, il primo esame prescritto è sempre quello relativo all’individuazione di questa specifica mutazione. Qualora il test JAK2 V617F dia un esito negativo, possono essere prescritti ulteriori test per la rilevazione di altre mutazioni, per esempio quelle dell’esone 12 del gene JAK2.

Quando viene richiesto il test?

L’esame volto all’individuazione della mutazione JAK2 V617F può essere prescritto insieme ad ulteriori esami, qualora il medico curante abbia il sospetto che un individuo sia affetto da una patologia mieloproliferativa (MPN). È solitamente prescritto a seguito di risultati alterati degli esami di routine(ad esempio l’emocromo).

In alcuni casi i pazienti affetti da MPN possono non presentare sintomi o avere solo sintomi lievi che possono affliggere il paziente per anni prima dell’individuazione di una MPN, che spesso viene scoperta a seguito di un check-up di routine. Il medico curante può sospettare che vi sia una MPN qualora il paziente presenti sintomi come:

  • Vertigini
  • Febbre 
  • Prurito
  • Calcoli renali
  • Dispnea
  • Ingrossamento della milza (splenomegalia) o del fegato (epatomegalia)
  • Astenia
  • Cefalea
  • Ictus o attacco ischemico transitorio
  • Intorpidimento
  • Gotta
  • Presenza di coaguli di sangue nelle vene o nelle arterie
  • Infarto cardiaco
  • Emorragia
  • Difficoltà visive
  • Perdita di peso

Nel caso in cui la ricerca della mutazione JAK2 V617F dia un esito negativo, ma il sospetto rimanga, può essere prescritto un esame volto alla ricerca delle mutazioni nell’esone 12 e di ulteriori mutazioni non-V617F del gene JAK2.

Significato del risultato del test

Nel caso di un esito positivo dell’esame volto a individuare una mutazione JAK2 V617F, in concomitanza di sintomi indicativi di MPN, indicano con buone probabilità che il paziente abbia una MPN. Per confermare la diagnosi è tuttavia necessario uno specifico esame del midollo osseo tramite aspirato o biopsia osteomidollare.

Una mutazione del gene JAK2 (e in particolare la mutazione V617F), è rilevata nel 95% delle persone affette da Policitemia Vera (PV) ed in circa il 50-60% dei pazienti affetti da Mielofibrosi Primaria e Trombocitemia Essenziale (ET). Questa mutazione viene rilevata, anche se in meno comunemente, anche in pazienti affetti da Sindrome Mielodisplastica, Leucemia Mieloide Cronica, Leucemia Mielomonocitica cronica e Leucemia Mieloide Acuta.

L’esito negativo dell’esame per la mutazione JAK2 V617F ma positivo per diverse mutazioni nell’esone 12 o altre mutazioni non-V617F, indica con alte probabilità la presenza di policitemia Vera. Circa il 3-4% delle persone affette da policitemia vera hanno mutazioni nell’esone 12.

Tuttavia, un esito negativo per tutte le mutazioni del gene JAK2 non esclude a priori la presenza di MPN. Infatti, esistono alcune tipologie di MPN negative per le mutazioni di JAK2 o con mutazioni non rilevabili utilizzando metodi di rilevazione standard. L’esame prescritto per l’individuazione delle mutazioni di JAK2 viene eseguito partendo da una tipologia di leucociti denominati granulociti (che sono presenti nel sangue o nel midollo osseo) o sui precursori dei globuli rossi (presenti solamente nel midollo osseo). Però, non tutti i granulociti od i precursori dei globuli rossi hanno mutazioni sul gene JAK2, poichè non si tratta di mutazioni ereditarie ma acquisite. La proporzione di cellule con mutazione rispetto a quelle normali può variare nel corso del tempo e da individuo a individuo. Infatti, potrebbe essere difficile rilevare la presenza della mutazione qualora la quota di cellule mutate sia in numero ridotto.

Questo test si esegue in ambulatorio clinico?

No. Questi tipo di test per l’individuazione delle mutazioni del gene JAK2 viene eseguito in un laboratorio di biologia molecolare.

Tempistiche per l’esecuzione del test

Il tempo varia da laboratorio a laboratorio. Tuttavia, solitamente il risultato è disponibile entro poche settimane.

Quante volte viene eseguito il test?

Il medico di riferimento può prescrivere ulteriormente questo esame qualora il test prescritto abbia dato un esito negativo senza eliminare il sospetto di una MPN. Una bassa quantità di cellule mutate rispetto a quelle normali nel campione preso in esame potrebbe dare un esito erroneamente negativo.

Al momento, questo test non è standardizzato, per questo motivo l’accuratezza può variare di laboratorio in laboratorio. In alcuni casi viene infatti prescritta la ripetizione di questo esame in laboratori differenti.

Ci sono altre mutazioni genetiche associate al MPN?

Sì. Queste mutazioni possono coinvolgere l’esone 9 nel gene per la Calreticulina (CALR) nei pazienti con mielofibrosi Primaria per il 25-30%, e per il 20-25 % nei pazienti con Trombocitemia Essenziale. In aggiunta, le mutazioni associate a Leucemia Mieloproliferativa possono presentarsi anche nel 2-5% dei pazienti adulti con Trombocitemia Essenziale e nel 3-5% di quelli con mielofibrosi primaria, ma non con Policitemia Vera. Sia la Policitemia Vera che la Trombocitemia Essenziale e la mielofibrosi Primaria sono rare nei bambini e negli adolescenti. Infatti, i pazienti in questo range di età potrebbe presentare mutazioni differenti rispetto a quelle più comunemente individuate nei pazienti adulti. In alcuni casi, può essere prescritto anche un esame per individuare od escludere la presenza del Cromosoma Philadelphia (ossia di un’alterazione genetica che si caratterizza dalla traslocazione dei geni BCR-ABL1). Questo test viene prescritto qualora vi sia un sospetto di Leucemia mieloide Cronica. 

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