Perché si esegue il test
Il test viene prescritto per escludere o confermare un’influenza. Questo test è particolarmente richiesto per pazienti ricoverati, pazienti con un sistema immunitario compromesso o aventi qualsiasi altra condizione clinica che possa far aumentare il rischio di complicanze relative all’influenza. È inoltre prescritto per valutazioni terapeutiche e epidemiologiche.
Che cosa è necessario per eseguire il test?
I metodi variano: può essere richiesto un tampone o un aspirato rinofaringeo. In alcuni casi è necessario un broncoaspirato o un broncolavaggio.
Quando è necessario eseguire il test?
Il test è necessario qualora il medico curante voglia accertarsi che i sintomi di un paziente siano causati dal virus dell’influenza di tipo A o di tipo B e non da ulteriori patologie. Il test deve essere svolto entro 3 o 4 giorni dalla comparsa dei sintomi come:
- mal di testa
- febbre
- raffreddore
- tosse
- dolori muscolari
- astenia
- faringotonsillite
- mal di gola
- debolezza
Preparazione al test
Il test non richiede nessuna preparazione.
L’esame
Il virus influenzale è una tipologia di virus comune. Questo virus è il responsabile di infezioni respiratorie che possono causare sia sintomi di malessere lievi che gravi. In alcuni casi risulta letale. Il test dell’influenza è volto a individuare la presenza del virus influenzale tramite un campione di secrezioni respiratorie.
L’influenza ha la tendenza di essere stagionale e ha solitamente picchi tra l’inizio della primavera e la fine dell’autunno. I sintomi che comporta sono:
- mal di testa
- febbre
- raffreddore (a volte molto grave)
- tosse
- dolori muscolari
- astenia
- faringotonsillite
- mal di gola
- debolezza
I principali virus influenzali sono di tipo A e di tipo B, e possono sfociare in epidemie o pandemie. Invece, il virus di tipo C provoca un lieve malessere e non è sufficientemente patogenico da provocare epidemie. Alla tipologia di virus influenzale A appartengono molti sottotipi. Questi derivano il loro nome dalla tipologia di due componenti del virus: l’emoagglutinina (H) e la neuraminidasi (N). I virus influenzali più ricorrenti sono H1N1 e H3N3
Generalmente non è necessario un laboratorio per diagnosticare un’influenza, soprattutto nel caso in cui i sintomi appaiano durante i picchi di cambiamento di stagione. Ad ogni modo, quando si necessita di escludere altre patologie il test dell’influenza risulta utile, per esempio ponendo un limite all’utilizzo di antibiotici (che non risultano necessari qualora si tratti di influenza) e portando alla prescrizione di terapie appropriate (solitamente farmaci antivirali).
Il test per l’influenza risulta utile anche qualora ci sia il sospetto di un focolaio epidemico ristretto in aree specifiche, come in scuole, ospedali o case di cura. In aggiunta, il test dell’influenza può dare informazioni di tipo epidemiologico agli enti di sorveglianza sanitaria sia nazionali che internazionali. I virus dell’influenza cambiano di anno in anno, perciò il monitoraggio della tipologia di ceppo e virus è importante. Infatti, ciascuna influenza stagionale deve essere analizzata per ottenere informazioni utili per la creazione di vaccini e per valutare le presenza di ceppi influenzali resistenti ai farmaci antivirali.
I test per l’influenza sono diversi, e si caratterizzano da metodi e finalità differenti.
Intervalli di riferimento
Gli intervalli di riferimento dipendono da più fattori come il sesso del paziente, l’età, la popolazione di riferimento e il metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. Perciò il risultato numerico di un test può presentare significati diversi a seconda dei laboratori che hanno eseguito il test.
Per queste ragioni in questo sito non vengono riportati gli intervalli di riferimento. Per la valutazione dei risultati dei test si raccomanda di riferirsi ai valori di riferimento forniti dal laboratorio nel quale questi sono stati eseguiti. Gli intervalli di riferimento di ognuno dei test sono riportati sul referto di laboratorio, solitamente accanto al nome e al risultato del test stesso.
La raccolta del campione per il test
Le modalità di raccolta del campione variano sulla base del tipo di test, ma rimane comunque una fase molto importante per una corretta esecuzione di esso. Generalmente, un campione di secrezioni nasali o un aspirato rinofaringeo sono le migliori modalità di raccolta. Ci sono casi in cui il medico curante può prescrivere l’esecuzione del test su un tampone faringeo, che però offre meno accuratezza rispetto agli altri test.
Per la raccolta di un aspirato rinofaringeo, si inietta una soluzione salina nel naso del paziente tramite una siringa. Dopodichè, viene applicata una blanda soluzione per raccogliere la soluzione salina mista al muco del paziente. Il campione viene sistemato in un mezzo di trasporto chiamato “terreno di trasporto per virus”, al fine di conservare in modo corretto i microrganismi che si trovano nell’aspirato. Infine il campione viene inviato al laboratorio di analisi.
Invece, il tampone rinofaringeo si ottiene tramite l’utilizzo di un tampone strofinato sulle pareti del naso e spinto delicatamente fino a che non si incontra una resistenza. Dopodichè, il tampone viene ruotato ed estratto. Questo processo può causare fastidio e può far lacrimare il paziente.
Esiste una preparazione al test che garantisce la buona qualità del campione?
No. Non è necessario fare alcuna preparazione specifica.
Che informazioni si ottengono tramite questo test?
Questo test può essere impiegato a sostegno di una diagnosi di influenza e per la corretta valutazione di scelte terapeutiche. In alcuni casi, il test viene prescritto per informarsi e studiare sia il tipo di ceppo del virus che la presenza di focolai epidemici.
Non sempre i casi influenzali necessitano l’impiego del test per prescrivere farmaci anti-virali. La maggior parte delle volte è possibile diagnosticare la presenza di un virus influenzale tramite la valutazione clinica del paziente, i sintomi presenti ed alle informazioni specifiche disponibili, come il cambio di stagione. Qualora l’influenza duri 3-4 giorni e non causi complicanze secondarie gravi, la terapia può consistere in riposo, corretta idratazione e miglioramento dei sintomi con l’utilizzo di farmaci da banco.
L’influenza può anche risultare letale in alcuni casi. I test aiutano il sistema sanitario a limitare la diffusione e a contenere i sintomi tramite specifici farmaci antivirali. Si raccomanda l’esecuzione del test per l’influenza in alcune condizioni specifiche:
- Sui pazienti che presentano sintomi gravi o in seguito al decesso di persone affette da influenza.
- Sui pazienti la cui diagnosi può risultare rilevante per limitare la diffusione del virus.
- Sugli individui ricoverati o con patologie ad alto rischio, laddove si sospetti la presenza di influenza.
Il test è rilevante anche per:
- per preparare i vaccini.
- per monitorare la resistenza ai farmaci antivirali.
- l’individuazione di nuovi ceppi di virus.
- per evitare possibili pandemie.
Sono disponibili più tipi di test influenzali. La scelta del test impiegato dipende dalla disponibilità e dalla finalità dello stesso.
- Test rapido dell’influenza – questo test fornisce il risultato velocemente. Ci sono diversi test approvati. Alcuni di questi possono individuare la sola influenza A o sia quella di tipo A che B ma senza fare una distinzione. Esistono anche test che possono individuare e distinguere i virus influenzali di tipo A e B o volti all’individuazione di ceppi specifici.
- Test diagnostico veloce di per l’individuazione degli antigeni del virus dell’influenza: questo tipo di test è impiegato per individuare gli antigeni del virus dell’influenza tramite campioni raccolti dall’apparato respiratorio. Questo test spesso ha come svantaggio dei risultati erroneamente negativi. Infatti, questa tipologia di test non è molto accurata e in generale accerta circa il 50-70% degli episodi influenzali. Inoltre, questo test può generare risultati erroneamente positivi. Per questo motivo sono raccomandate prescrizioni di farmaci antivirali anche qualora il risultato sia negativo. Si può eseguire un test per conferma che può presupporre un esame colturale o molecolare. Questi ultimi sono infatti più accurati.
- Test molecolari (RT-PCR): questi test sono volti a individuare una presenza di materiale genetico virale (RNA) nel campione del test. Generalmente sono più accurati dei test rapidi ed individuano il 66-100% dei casi di influenza (in base al test utilizzato). Alcuni metodi permettono di individuare diversi tipi di virus responsabili di infezioni respiratorie in contemporanea (ad esempio il virus dell’influenza, il rinovirus e il virus respiratorio sinciziale).
- Test colturale virale: la prescrizione di questo test si è ridotta in particolar modo dopo l’introduzione dei test molecolari. Questa tipologia di test necessita molto tempo per l’esecuzione (3-10 giorni). Questo tempo è prolungato per via della necessità di fare crescere il virus in coltura. Per questo motivo non è molto utile clinicamente. Questo esame può individuare virus influenzali di tipo A e B e distinguere il tipo di ceppo ed il sottotipo del virus. Infatti, questi test sono molto utili per la creazione di un vaccino utilizzabile sulla base di ceppi virali emergenti e potenzialmente pandemici. Questo test può inoltre individuare altri virus del tratto respiratorio.
Il medico curante può prescrivere ulteriori test insieme al test dell’influenza. Questo succede per escludere o diagnosticare altre tipologie di infezione che presentano sintomi simili come:
- Virus respiratorio sinciziale: virus che provoca sintomi simili al virus influenzale e spesso infetta gli anziani e i bambini.
- Strep test : questo test è utile per diagnosticare la faringotonsillite streptococcica.
Quando avviene la prescrizione del test dell’influenza?
Questo test viene perlopiù prescritto in concomitanza a una stagione influenzale per:
- gli immunocompromessi.
- persone ricoverate.
- pazienti a rischio di complicanze.
Il test deve essere prescritto entro tre giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Solitamente, gli individui affetti da influenza stagionale presentano sintomi moderati di malessere come:
- Tosse
- Dolori muscolari
- Febbre, brividi
- Mal di testa
- Diarrea
- Vomito
- Astenia
- Naso tappato
- Mal di gola
- Debolezza
In ogni caso, queste tipologie di sintomi sono comuni a moltissime altre patologie o infezioni virali stagionali.
Il test può essere prescritto per più motivi:
- per accertare le cause di un malessere acuto e letale, il test può anche essere prescritto post-mortem.
- si può prescrivere un test rapido qualora ci sia il sospetto di un’influenza anomala (ad esempio al di fuori della stagione influenzale).
- qualora ci sia il sospetto di un virus influenzale responsabile di un’epidemia caratterizzata dalla presenza di sintomi a carico dell’apparato respiratorio.
Significato del risultato del test
Un risultato del test rapido positivo suggerisce che il paziente a cui è stato prescritto il test sia stato contagiato dal virus influenzale di tipo A o di tipo B. Questo aiuta la prescrizione di farmaci antivirali volti a contenere i sintomi. Ciononostante, questo test non fornisce informazioni sulla tipologia di ceppo del virus, la sua contagiosità e la possibilità di sequele.
Un risultato negativo suggerisce che:
- Nel campione sono presenti quantità limitate del virus (causati da uno scorretto campionamento dato da una tempistica sbagliata o da un’errata esecuzione del test).
- Il paziente presenta una patologia diversa dall’influenza.
- Il test non ha rilevato il tipo di virus (per esempio quando si presenta un nuovo ceppo non individuabile dal test).
Certe tipologie di test rapidi possono individuare alcuni specifici sottotipi di virus A, come H1N1, ma anche diversi virus, come RSV.
È accertata la presenza di un virus influenzale qualora l’esame colturale fornisca un risultato positivo. Tuttavia sono necessari ulteriori esami per scoprirne il tipo, il ceppo e la resistenza ad agenti antivirali.
Esistono risultati falsi negativi per l’influenza?
Si. Il test dell’influenza potrebbe non rilevare tutti i casi di influenza. I test rapidi individuano il 50-70% dei casi di influenza, mentre le metodiche molecolari il 66-100% dei casi (dipende dal test). I test potrebbero dare risultati falsi negativi qualora non vi siano quantità del virus sufficienti nel campione. Inoltre, potremmo ottenere un falso negativo qualora il test non sia specifico per l’individuazione di particolari ceppi del virus, e nel caso in cui ci siano nuovi ceppi.
Ulteriori esami prescritti in presenza di sintomi influenzali
Il medico curante può prescrivere:
- uno strep test.
- un test per diagnosticare una faringotonsillite streptococcica.
- un test volto alla ricerca del virus respiratorio sinciziale (che spesso infetta i bambini e gli anziani).
L’esame colturale dell’espettorato potrebbe inoltre individuare la presenza di funghi o batteri responsabili dei sintomi respiratori. Inoltre, il pannello metabolico completo e l’emocromo possono aiutare a diagnosticare lo stato di salute complessivo e quello dei reni e dei polmoni.
I rischi dell’influenza
L’influenza è considerata come un rischio per la salute pubblica. Questo rischio è dato da ceppi particolarmente virulenti. Un esempio è l’influenza spagnola del 1918, che si evolse in pandemia uccidendo tra i 20 e i 50 milioni di persone nel mondo. Un altro caso è l’influenza asiatica che uccise centinaia di migliaia di persone tra il 1957 ed il 1968.
Più recentemente c’è stata una preoccupazione mondiale connessa al diffondersi dell’influenza aviaria e dell’influenza bovina. Più è diffuso e pericoloso il ceppo, maggiore è la preoccupazione.
È utile il vaccino influenzale?
Si raccomanda la prescrizione del vaccino antinfluenzale ad individui aventi età superiore ai 6 mesi e agli anziani. Inoltre, lo si raccomanda anche agli individui a maggior rischio di complicanze, tra cui:
- Le persone con asma.
- I residenti delle case di cura.
- Le persone con broncopneumopatia cronica ostruttiva.
- Le donne in gravidanza.
- In presenza di malattie cardiache, epatiche e renali.
Il vaccino è sempre efficace?
È possibile che il vaccino non sia efficace al 100%. Ciò nonostante ci può essere una riduzione dei sintomi. A volte possono emergere nuovi ceppi del virus non inclusi nel vaccino in uso e per questo motivo il vaccino perde di efficacia.