Perché eseguire il test?
Il test viene eseguito per individuare un sanguinamento gastrointestinale che potrebbe indicare un cancro del colon.
Tipologia di campione richiesta
Viene richiesta la raccolta di uno o più campioni di feci. Questa raccolta può essere effettuata in ambito domestico. Le modalità di raccolta dipende dal metodo utilizzato; per questo è importante seguire attentamente le indicazioni fornite dal personale sanitario.
Quando fare il test
Il test viene prescritto di routine per lo screening del cancro del colon. Questo test viene eseguito biennalmente sugli individui di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Il test può anche essere prescritto del medico curante basandosi sull’anamnesi o quando si presenta un sanguinamento gastrointestinale.
Preparazione del test
Non è richiesta nessuna dieta o preparazione specifica per la ricerca di sangue occulto nelle feci tramite metodi immunochimici (FIT). L’unica indicazione viene data dall’operatore sanitario alla consegna del dispositivo di prelievo e riguarda le istruzioni di campionamento. Nel caso di test al guaiaco (gFOBT) potrebbe essere necessario evitare l’assunzione di alcuni farmaci e alimenti nei giorni precedenti al test.
L’esame
I test volti alla ricerca di sangue occulto nelle feci (FOBT) e il test immunochimico fecale (FIT) hanno lo scopo di individuare il sangue non visibile ad occhio nudo presente nelle feci. La presenza di questo sangue nelle feci può essere una conseguenza di molteplici cause, tuttavia questo è il primo, e a volte l’unico, segno precoce della presenza di un cancro al colon. Per questo motivo questo tipo di test è utile nello screening per il cancro del colon-retto sulla popolazione.
Spesso la comparsa del cancro del colon è anticipato dallo sviluppo di polipi intestinali benigni. I polipi benigni sono relativamente comuni in persone di età superiore ai 50 anni e, anche se per maggior parte delle persone non creano problemi, esiste comunque il rischio che questi polipi si sviluppino e subiscano una trasformazione neoplastica con conseguente diffusione di cellule cancerose nel resto del corpo (prendendo il nome di metastasi). La diagnosi precoce permette di trattare con successo il cancro al colon, rendendo molto importante questo tipo di screening.
I polipi sono neoformazioni dall’aspetto simile a quello delle dita che si sviluppano sporgendo all’interno del retto o del lume intestinale. Di conseguenza, possono essere fragili e sanguinare in modo intermittente, particolarmente in seguito al passaggio e all’attrito del materiale fecale. Il sangue rilasciato dai polipi si mescola al materiale fecale e, seppur in piccole quantità, può non essere visibile ad occhio nudo.
Esistono diversi metodi per la ricerca del sangue occulto nelle feci, tra i quali il test al guaiaco (gFOBT) e alcuni test “da banco” colorimetrici. Però, i test di routine delle linee guida europee sono i test immunochimici (FIT o iFOBT). Tutti questi test individuano l’emoglobina, che è una proteina contenuta all’interno dei globuli rossi. L’emoglobina è composta principalmente da due parti: una parte proteica, detta globina, e una non proteica, il gruppo eme. Ciascuna tipologia di test ricerca e rileva le parti differenti dell’emoglobina.
- I test immunochimici (FIT) sono pensati per individuare la parte proteica dell’emoglobina e generalmente non rilevano l’emoglobina derivante da altre fonti, come quella contenuta nella carne. Tuttavia, l’emoglobina rilasciata in seguito a sanguinamento delle porzioni superiori del canale digerente viene distrutta e risulta quindi non individuabile tramite i test FIT.
- I test al guaiaco (gFOBT, FOBT) misurano la parte non proteica dell’emoglobina (il gruppo eme) presente nelle feci. I test gFOBT sono in grado di rilevare anche l’emoglobina assunta tramite l’alimentazione, generando risultati falsi positivi, dato che il gruppo eme è comune all’emoglobina di molteplice origine. Rispetto al metodo FIT, questo metodo ha comunque dei limiti. Esistono infatti alimenti e farmaci che rischiano di influenzare il risultato del test. Questi alimenti e farmaci devono pertanto essere evitati nei giorni precedenti la raccolta del campione. Questo tipo di test è in grado di rilevare sanguinamenti originari anche di altre parti del canale digerente, come lo stomaco o le gengive, poiché il gruppo eme resiste alla degradazione intestinale. I test FOBT non sono raccomandati perché meno specifici per il sanguinamento gastrointestinale rispetto ai FIT.
Intervalli di riferimento
Gli intervalli di riferimento dipendono da più fattori come il sesso del paziente, l’età, la popolazione di riferimento e il metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. Perciò il risultato numerico di un test può presentare significati diversi a seconda dei laboratori che lo hanno eseguito.
Per queste ragioni in questa sede non vengono riportati gli intervalli di riferimento. Per la valutazione dei risultati dei test si raccomanda di riferirsi ai valori di riferimento forniti dal laboratorio nel quale questi sono stati eseguiti. Gli intervalli di riferimento di ognuno dei test sono riportati sul referto di laboratorio, solitamente accanto al nome e al risultato dello stesso. Per ulteriori informazioni leggere i seguenti articoli: Gli Intervalli di Riferimento ed il loro Significato e Comprendere il Referto di Laboratorio.
La raccolta del campione del test
Le modalità di raccolta e conservazione variano in base al metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. In genere il test può essere effettuato in ambiente domestico. È importante attenersi a tutte le indicazioni contenute nel kit per il campionamento e/o fornite dal personale sanitario. Può essere necessario il prelievo di più campioni di feci su tempi prolungati, i quali devono poi essere consegnati presso il laboratorio di riferimento per l’analisi a seguito della raccolta dell’ultimo campione.
- I metodi immunochimici (FIT) prevedono metodologie di raccolta del campione differenti a seconda della compagnia che li produce. Solitamente, vengono utilizzati dei particolari dispositivi che permettono il prelievo della specifica quantità di campione. Questo campione è quello necessario all’esecuzione del test e viene prelevato mediante lo strofinamento di un bastoncino di raccolta sulla superficie delle feci. Dopo la raccolta, il campione viene trasferito in provette contenenti tamponi conservanti e/o di estrazione. A causa del sanguinamento intermittente, potrebbe essere necessaria una raccolta di tre campioni in giorni consecutivi.
- Il test al guaiaco (gFOBT) prevede l’utilizzo di una “card” dotata di 1, 2 o 3 sezioni. La “card” a tre sezioni è quella più comune e prevede la raccolta delle feci in tre momenti diversi, di solito tre giorni consecutivi. Le feci devono essere raccolte in un contenitore pulito, evitando la contaminazione con urine e acqua. Ciascuna “card” viene contrassegnata con il nome del paziente e la data della raccolta. Da qui, mediante un bastoncino, un sottile strato di feci viene distribuito in corrispondenza di un’area specifica della “card” e viene poi lasciato seccare. Una volta seccato, il preparato è stabile per alcune settimane a temperatura ambiente. Non appena la raccolta di tutti i campioni consecutivi è stata eseguita, le “card” vengono inviate al laboratorio.
Assicurarsi della buona qualità del campione
I test immunochimici volti all’individuazione di sangue occulto nelle feci (FIT) non richiedono restrizioni sulle basi di farmaci, dieta o procedure odontoiatriche. Questi test infatti utilizzano degli anticorpi in grado di individuare in maniera specifica il sangue umano presente nel tratto finale del canale digestivo (colon).
Tuttavia i test gFOBT e i test “da banco” richiedono alcune restrizioni sui farmaci assunti e sulla dieta:
- Visto che questi test rilevano la presenza di qualsiasi tipo di sangue presente all’interno del tratto gastro-intestinale, ci sono diverse precauzioni volte ad evitare l’introduzione di sangue all’interno del canale digerente. Una di queste precauzioni può escludere il consumo di carne (specialmente carne rossa).
- Questi test sono in grado di rilevare anche il sangue derivante dal sanguinamento gengivale che può dovuto a specifiche cure odontoiatriche o a malattie delle gengive. Perciò, prima della raccolta dei campioni, è necessario non avere ricevuto un trattamento odontoiatrico.
- Prima del test è necessario assicurarsi non vi siano ulcere gastriche nell’apparato digerente.
- L’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’aspirina e l’ibuprofene, potrebbe causare sanguinamento dello stomaco. Quindi, ove possibile, si consiglia di evitare l’assunzione di questi farmaci fino a sette giorni prima dell’inizio della raccolta.
- I test gFOBT, e quelli colorimetrici “da banco”, sfruttano delle reazioni chimiche che determinano delle variazioni di colore. Queste variazioni possono essere alterate da alcuni cibi, come carne rossa, broccoli, rape, cavolfiore, mele, arance, funghi e rafano, e da alcuni farmaci come la colchicina e i farmaci ossidanti (iodio e acido borico). Questi cibi possono fornire esiti falsi positivi. Pertanto è necessario astenersi dall’assunzione di questi cibi e farmaci fino a tre giorni prima dell’esecuzione di questi test.
- La presenza di acido ascorbico (vitamina C) invece potrebbe generare risultati falsi negativi interferendo con la reazione colorimetrica e impedendo lo sviluppo di colore pur in presenza di sangue nelle feci. Pertanto, sia prima che durante l’esecuzione del test, è necessario non assumere integratori di vitamina C, spremute e/o succhi di frutta ricchi in vitamina C.
In ogni caso, è necessario attenersi alle istruzioni fornite dal personale sanitario e/o a quelle fornite insieme ai dispositivi di prelievo. È necessario concordare la sospensione di alcune terapie farmacologiche con il proprio medico di riferimento.
Ulteriori informazioni
La ricerca del sangue occulto nelle feci viene eseguita principalmente come esame di screening precoce per il cancro del colon. La presenza di sangue nelle feci potrebbe essere l’unico segno di cancro in fase precoce.
Le possibilità che il tumore sia curabile aumentano nel caso di diagnosi precoce. L’individuazione del sangue occulto nelle feci non è necessariamente legata ad una diagnosi di cancro; infatti, la presenza di sangue può indicare altri problemi gastrointestinali. Per questo motivo è necessario ricorrere ad altre procedure per individuare la fonte del sanguinamento, come la colonscopia o la sigmoidoscopia.
In secondo luogo, l’individuazione di sangue occulto nelle feci può essere utile per diagnosticare la causa di una eventuale anemia, come nel caso di un sanguinamento di un ulcera gastrica. Può essere richiesta l’individuazione di sangue occulto nelle feci nel caso di sintomi e segni di anemia che possono essere:
- Affaticamento.
- Valori bassi di emoglobina e ematocrito.
- Feci scure.
Come precedentemente menzionato, i test FOBT sono più specifici per i sanguinamenti del canale gastrointestinale, mentre i FIT rilevano principalmente sanguinamenti nelle porzioni basse del canale gastrointestinale.
Quando è necessaria la prescrizione del test
L’individuazione del sangue occulto nelle feci si trova spesso tra gli esami di routine. Come già accennato, viene richiesto come indagine di screening per la diagnosi precoce di cancro del colon e viene eseguita ogni due anni per persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Il test è inserito nell’ambito di:
- Programmi di prevenzione oncologica attivi in Italia.
- Prescrizioni del medico curante.
- Analisi eseguite in base ad anamnesi familiare.
La maggior parte delle persone a cui viene prescritto questo esame non presenta sintomi.
Inoltre, il test può essere necessario per ricercare la causa di anemia che potrebbe essere dovuta ad un sanguinamento gastrointestinale.
Cosa significa il risultato del test
La ricerca del sangue occulto nelle feci in condizioni normali dà esito negativo.
Un risultato positivo al test FIT indica un sanguinamento anomalo del tratto gastrointestinale. Questa perdita di sangue potrebbe essere causata da:
- Cancro al colon.
- Emorroidi.
- Ulcere.
- Diverticolosi.
- Polipi benigni.
Per i test gFOBT, un risultato positivo indica un sanguinamento anomalo del tratto gastrointestinale che potrebbe essere dovuto alla presenza di:
- Cancro al colon.
- Polipi benigni.
- Ulcere.
- Ingestione di sangue causata da gengive sanguinanti o epistassi.
- Diverticolosi.
- Malattia infiammatoria intestinale.
- Emorroidi.
Un risultato positivo richiede comunque l’esecuzione di esami di approfondimento come la colonscopia, tramite la quale è possibile anche rimuovere eventuali polipi.
Ulteriori informazioni
Il sanguinamento dei polipi intestinali o delle aree cancerose può presentarsi in modo intermittente. Per questo motivo, il sangue può non essere distribuito nelle feci in modo uniforme. La raccolta di campioni multipli in giorni differenti aumenta le possibilità di individuare un sanguinamento intermittente. Questo è particolarmente utile nel caso in cui vengano utilizzati i test gFOBT. I test FIT sono maggiormente sensibili e spesso richiedono la raccolta di un unico campione.
Il test del sangue occulto nelle feci (FIT o gFOBT) nel caso in cui i polipi, seppur presenti, non sanguinino al momento della raccolta del materiale fecale, potrebbe generare risultati falsi negativi. In assenza di polipi o di aree cancerose, un risultato falso positivo può essere dovuto a sanguinamenti aventi una diversa origine, ad esempio:
- Emorroidi.
- Malattie infiammatorie intestinali.
- Ulcere.
Questi test possono essere prescritti a pazienti affetti da emoglobinopatie (come l’anemia falciforme).
Ulteriori test per lo screening del cancro al colon
Anche se nello stato italiano il test impiegato nella quasi totalità dei programmi di screening è la ricerca del sangue occulto nelle feci (che, come già detto, viene eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni), esistono dei motivi per cui viene prescritto un esame di diagnostica per immagini. Questa tipologia di esame è la sigmoidoscopia. Si tratta di un esame che permette l’esplorazione del sigma e del retto (l’ultima parte dell’intestino, dove si localizza il 70% dei tumori del colon) tramite una sonda flessibile dotata di telecamera. Nel caso in cui vengano individuati dei polipi, questi possono essere rimossi durante la procedura per essere esaminati dagli anatomopatologi. Questa metodologia di screening viene utilizzata in alcune regioni italiane al posto della ricerca del sangue occulto nelle feci e viene eseguita una sola volta per persone di età compresa tra i 58 e i 60 anni.
Altri esami di diagnostica per immagini, eseguiti però come esami di approfondimento, sono:
- Colonscopia – è un esame più approfondito del retto e dell’intero colon che prevede l’utilizzo di un tubo flessibile dotato di telecamera. Permette anche la rimozione dei polipi che possono così essere analizzati dagli anatomopatologi. L’esecuzione di questa procedura viene altamente consigliata come esame di secondo livello.
- Videocapsula – si tratta di una procedura che utilizza una capsula contenente una telecamera che deve essere inghiottita ed è in grado di trasmettere le immagini acquisite durante il suo percorso nel canale digerente. È un metodo molto recente e al momento disponibile solo in alcune aree d’Italia.
- Colonscopia CT (virtuale) – è una procedura che tramite la tomografia computerizzata rende visualizzabile l’intero colon e risulta meno invasiva della colonscopia.
Quanto è affidabile il test da banco
Il test da banco è sufficientemente affidabile, tuttavia sono preferibili i test immunochimici o dei gFOBT. L’osservazione della variazione di colore è soggettiva all’interpretazione del paziente. Il personale di laboratorio ha maggiore esperienza nell’interpretazione delle variazioni di colore, a volte sottili. Inoltre, hanno più familiarità nell’individuazione di test dall’esito falso negativo o positivo.
Accertamenti conseguenti all’esito positivo dell’esame
La ricerca di sangue occulto nelle feci potrebbe essere preceduta o seguita da un’esplorazione rettale che permetta l’individuazione di ogni tipo di formazione presente all’interno del retto. Ciò nonostante, la maggior parte dei tumori del colon è localizzata in aree che non sono accessibili tramite l’esplorazione rettale.
In caso di risultato positivo dei test per la ricerca del sangue occulto, occorre che sia eseguita una colonscopia che permette allo specialista medico un’osservazione diretta del colon alla ricerca di polipi o anomalie.
La ricerca del DNA fecale per lo screening del cancro al colon
È disponibile un test DNA-FIT per la ricerca del sangue occulto oltre che del DNA derivato dalle cellule tumorali presenti nelle feci. Consente di individuare alcune alterazioni del DNA delle cellule cancerose eliminate tramite le feci.
In alcuni paesi questo test rientra tra i protocolli di screening raccomandati. In Italia non è ancora stato inserito all’interno di questi protocolli, tuttavia è stato introdotto nelle linee guida di alcune società scientifiche per la valutazione di individui che sono risultati positivi ai test di screening prima di sottoporsi alla colonscopia.