Perché eseguire il Test?
Il test è utile per identificare la presenza di batteri patogeni nel tratto gastrointestinale.
Quale campione viene richiesto?
Viene richiesto un campione di feci fresco. Questo deve essere consegnato al laboratorio a cui ci si è rivolti entro due ore dalla raccolta o conservato in un contenitore sterile contenente uno specifico tampone preservante.
Quando è necessario effettuare il test?
Il test è necessario in caso di crampi addominali, diarrea, vomito e/o nausea gravi o persistenti.
Preparazione necessaria per il test
Il test non richiede nessuna preparazione.
L’esame
La coprocoltura è necessaria per l’identificazione di batteri patogeni che possono essere presenti nel campione di feci. Questo test ha la funzionalità di distinguere quali sono i batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale (la normale flora batterica) e quelli che possono causare una malattia (patogeni). Per questo motivo il test viene prescritto per identificare i batteri patogeni presenti nel tratto gastrointestinale di un paziente con sintomi di gastroenterite.
I batteri che vengono identificati nel campione di feci rappresentano tutti i batteri presenti nel tratto gastrointestinale. Certi batteri sono normalmente presenti nel tratto gastrointestinale di ogni persona e hanno un ruolo importante nella digestione e nel prevenzione della crescita di batteri patogeni nell’intestino.
Alcune volte l’assunzione di antibiotici ad ampio spettro può comportare uno sbilanciamento della flora batterica intestinale (disbiosi). Gli antibiotici ad ampio spettro tendono a limitare lo sviluppo di batteri non patogeni e favoriscono la sopravvivenza e la crescita di batteri con resistenza agli antibiotici. Un esempio di questi batteri è Clostridium difficile, che può causare diarrea e dolori addominali.
Questi batteri patogeni possono inserirsi nel tratto gastrointestinale ed infettarlo tramite l’assunzione di acqua o cibo contaminato. Le potenziali fonti di batteri patogeni includono:
- Uova crude o poco cotte.
- Carne come pollame o manzo.
- Latte non pastorizzato.
- Acqua di fiumi o laghi.
- Acqua pubblica (in casi particolari).
I viaggi all’estero possono comportare il rischio di esposizione a batteri che possono causare alcune malattie gastrointestinali. Alcuni di questi batteri sono normalmente presenti nel tratto gastrointestinale della popolazione locale ma possono comunque creare fastidi ai turisti, mentre altri batteri sono invece patogeni. Questi batteri possono essere assunti mangiando o bevendo qualsiasi cosa contaminata, inclusi l’acqua di rubinetto, i cubetti di ghiaccio in una bevanda, cibi venduti da venditori ambulanti o una semplice insalata fresca.
Tra i sintomi clinici più comuni in caso di infezioni batteriche gastrointestinali troviamo:
- Diarrea prolungata.
- Sangue e/o muco nelle feci.
- Dolori e crampi addominali.
- Nausea.
Una prolungata dissenteria può portare a:
- Disidratazione.
- Sbilanciamento degli elettroliti.
- Pelle secca.
- Senso di affaticamento.
- Vertigini.
Nei casi più gravi può essere necessaria l’ospedalizzazione per la somministrazione di una terapia di supporto per la reidratazione. La sindrome emolitico-uremica è una grave complicanza caratterizzata dall’eliminazione dei globuli rossi e da uno scompenso renale che può saltuariamente originarsi da un’infezione di un ceppo di Escherichia coli che produce tossine. Questa patologia si sviluppa più frequentemente nei bambini, negli anziani e nelle persone con il sistema immunitario compromesso.
La prescrizione del test può non essere necessaria in caso di sintomi non gravi e/o persistenti. Tuttavia, la sua esecuzione è fortemente consigliata in presenza di gravi sintomi clinici come diarrea mista a sangue e muco persistente. Il test viene particolarmente consigliato dopo l’assunzione di cibi o bevande che abbiano causato sintomi simili in altre persone o a seguito di viaggi in paesi esotici. Per una diagnosi più precisa, insieme alla coprocoltura possono essere prescritti anche ulteriori esami indirizzati alla ricerca di eventuali parassiti o virus responsabili degli stessi sintomi, come l’esame coproparassitologico o i test di ricerca di specifici antigeni.
La raccolta del campione per il test
È necessario che il campione di feci sia raccolto in un contenitore sterile. Il campione non deve entrare in contatto con urine o acqua e deve essere consegnato al laboratorio nel più breve tempo possibile, preferibilmente entro due ore dalla raccolta. In alternativa, il campione può essere conservato per un tempo maggiore utilizzando contenitori specifici aventi un tampone preservante. Nel caso in cui l’esame debba essere eseguito sui neonati, viene prelevato un tampone rettale.
Informazioni ottenute dal test
La coprocoltura è indicata per l’identificazione di batteri patogeni (in grado di causare una malattia) eventualmente presenti nel campione di feci di un paziente con sintomi di gastroenterite. Dato che le cause di gastroenterite possono essere molteplici, questo esame può essere prescritto in combinazione ad altri esami utili alla formulazione della diagnosi, come per esempio l’esame coproparassitologico.
Di recente è stato immesso sul mercato un metodo che permette la valutazione contemporanea di un pannello di possibili patogeni gastrointestinali (pannello GI), quali batteri, parassiti e virus. Questo test permette l’identificazione delle cause più frequenti nei casi di infezioni gastrointestinali. Questo tipo di test è relativamente nuovo e i laboratori medici ne stanno valutando i costi effettivi e l’applicabilità.
La maggior parte delle infezioni gastrointestinali si risolvono spontaneamente con il solo utilizzo di terapie di supporto e senza la necessità di questo tipo di esami. Nella maggior parte delle persone sane questo tipo di infezioni non è grave. In alcuni casi invece, è necessario identificare la causa patogena per prescrivere una terapia ad hoc e per prevenire la diffusione del patogeno stesso.
Generalmente, tramite la coprocoltura vengono cercate e identificate le specie batteriche che più frequentemente causano malattie gastrointestinali come:
- Shigella.
- Salmonella.
- Campylobacter.
Certi ceppi di batteri hanno la capacità di produrre tossine. Queste tossine sono le responsabili della comparsa di sintomi di malessere. Molti di questi batteri possono essere cresciuti in coltura ma nella maggior parte dei casi le analisi sono volte alla ricerca delle tossine tramite metodiche molecolari (PCR) o tramite la ricerca degli antigeni. Alcuni esempi includono:
- Escherichia coli O157:H7.
- Clostridium difficile.
Basandosi sul quadro clinico dell’individuo o su recenti viaggi all’estero si possono avere variabili di altri patogeni come:
- Yersinia enterocolitica.
- Plesiomonas.
- Aeromonas.
- Specie Vibrio.
Quando viene prescritto il test?
La coprocoltura può essere richiesta nel caso in cui un paziente abbia i sintomi di un’infezione del canale digerente, come:
- Febbre.
- Dolore o crampi addominali.
- Nausea, vomito.
Non tutte le persone che presentano questi sintomi devono però obbligatoriamente sottoporsi a questo test. Solitamente, per le persone che hanno un sistema immunitario non compromesso, queste infezioni si risolvono spontaneamente con il solo utilizzo di terapie di supporto e senza l’utilizzo di antibiotici. L’analisi colturale delle feci può essere prescritto nel caso in cui:
- Il paziente abbia gravi complicanze, quali disidratazione o sbilanciamento elettrolitico.
- In bambini, anziani o persone con il sistema immunitario compromesso; infatti la diarrea è un killer globale che uccide ogni giorno 2195 bambini al di sotto dei 5 anni in tutto il mondo.
- Vi sia il sospetto di un’epidemia dovuta alla contaminazione di cibo o acqua rischiosa per la comunità, come ad esempio la contaminazione di un certo tipo di cibi prodotti o preparati da uno specifico ristorante o un’eventuale epidemia su una nave da crociera.
- Il paziente riferisca di aver ingerito cibi o bevande potenzialmente a rischio di contaminazione con batteri patogeni, come uova crude, carne poco cotta o altri cibi e bevande che hanno causato gli stessi sintomi in altre persone.
- Il paziente mostri sintomi di malessere per lungo tempo che non si risolvono spontaneamente
- Il paziente abbia viaggiato in paesi in cui questo tipo di malattie è più comune e abbia iniziato a mostrarne i sintomi.
Il medico curante può richiedere l’esecuzione del test su molteplici campioni di feci in modo da verificare l’effettiva scomparsa del patogeno sia nel caso in cui un paziente si trovi in trattamento per una specifica infezione gastrointestinale, sia nel caso in cui abbia risolto spontaneamente l’infezione. I pazienti asintomatici potrebbero infatti essere comunque portatori dell’infezione. Questa condizione non è rischiosa per i pazienti stessi ma c’è un rischio per la possibile diffusione della malattia.
Significato del risultato del test
È probabile che sintomatologie come diarrea e altre siano una conseguenza di patogeni qualora la coltura risulti positiva alla loro presenza. Il nome del batterio patogeno rilevato solitamente si trova sul referto.
Alcuni dei batteri patogeni più frequentemente rilevati in Europa includono:
- Shigella – batterio presente nel cibo e nell’acqua contaminata con feci o trasmessa da persona a persona nel caso in cui non venga rispettata una corretta igiene personale. La trasmissione di questa malattia è di difficile prevenzione all’interno di una famiglia, di un asilo o di case di cura.
- Campylobacter – batterio a volte presente nel pollame crudo o poco cotto e nel latte non pastorizzato. Nel caso in cui il batterio di diffonda nel circolo ematico può portare a conseguenze piuttosto serie, talvolta a lungo termine, come o la sindrome di Guillain-Barré o l’artrite.
- Salmonella – La Salmonella può essere trasmessa da persona a persona. Si trova in uova crude (anche nelle uova intere disinfettate), pollame crudo, verdure e rettili. Gli animali domestici come lucertole e tartarughe possono essere portatori di Salmonella, così come alcune persone asintomatiche.
Un’ampia gamma di altri batteri possono portare a infezioni gastrointestinali e possono essere identificati con una coprocoltura. Alcuni esempi importanti:
- Clostridium difficile – fa parte della normale flora batterica ma l’assunzione di antibiotici ad ampio spettro può comportarne una crescita eccessiva. I ceppi che producono tossine possono causare la comparsa di diarrea e di altre complicanze gravi. Nel caso in cui si sospetti la presenza di questi batteri, viene eseguito un test per l’individuazione di specifici ceppi di C. difficile.
- Escherichia coli O157:H7 e altri ceppi di E. coli in grado di produrre tossine (molti ceppi di E. coli fanno normalmente parte della flora batterica intestinale e non causano malattie) – presente in carne di manzo o di maiale cruda o poco cotta, spinaci o sidro non pastorizzato. Può causare diarrea mista a sangue e uno sviluppo della sindrome uremico emolitica.
Altri patogeni meno frequenti sono:
- Aeromonas.
- Yersinia enterocolitica.
- Plesiomonas.
- Vibrio cholera e altre specie Vibrio.
Il referto dà un risultato negativo quando non vengono individuati patogeni comuni.
Nel caso in cui la coprocoltura abbia un risultato negativo ma siano comunque presenti sintomi che facciano sospettare un’infezione batterica gastrointestinale, è probabile che questa infezione sia dovuta a batteri patogeni rari o che i batteri siano in numero troppo esiguo per essere rilevabili. A seconda del parere del medico curante c’è la possibilità di ripetere la coprocultura su diversi campioni insieme ad ulteriori test.
Solitamente le infezioni gastrointestinali sono dovute ad un unico agente patogeno, tuttavia è possibile la presenza di diversi patogeni.
Ulteriori informazioni
Alcune forme di gastroenteriti infettive possono essere curate con antibiotici, ma nella maggior parte dei casi queste infezioni sono autolimitanti e non richiedono terapia antibiotica. Generalmente, in un soggetto immunocompetente la gastroenterite si risolve in modo spontaneo in una settimana o poco più. Al paziente vengono comunque fornite alcune indicazioni con lo scopo di limitare la diffusione dell’infezione e di prevenire la disidratazione.
Le infezioni dovute a batteri patogeni vengono continuamente monitorate sia a livello locale che nazionale. Gli enti sanitari cercano di determinare l’origine dell’infezione in modo da affrontare eventuali problemi di salute pubblica, escludendo i casi di viaggi all’estero. I batteri patogeni eventualmente trovati vengono caratterizzati da un punto di vista molecolare in modo da monitorare la presenza di eventuali epidemie e fonti di contaminazione.
La cosiddetta “diarrea del viaggiatore” è una malattia particolarmente comune per chi viaggia spesso all’estero ed è principalmente dovuta dalla produzione delle tossine di un ceppo di E.Coli. Le destinazioni più a rischio sono i paesi in via di sviluppo come Asia, Africa e America latina. Questo ceppo di Escherichia coli è diverso dal ceppo O157:H7 producente la tossina Shiga, il quale può portare alla sindrome uremico-emolitica.
Prevenzione dell’infezione gastrointestinale
La cosa più consigliata è evitare l’ingestione di acqua o alimenti contaminati e attenersi alle buone regole di igiene, includendo la detersione frequente e accurata delle mani. I cibi a rischio di contaminazione, come la carne cruda e le uova, dovrebbero essere ben cotti. Bisognerebbe assicurarsi che i cibi sia cotti sia crudi non siano entrati in contatto con superfici contaminate. Nel caso in cui vengano effettuati viaggi in paesi in via di sviluppo, si consiglia di bere solo acqua imbottigliata o bevande gassate e di mangiare cibi ben cotti. Si consiglia di evitare frutta e verdura fresche mangiando preferibilmente frutti che possano essere sbucciati autonomamente. Sono a rischio anche latticini non pastorizzati e i cibi dei venditori ambulanti. L’utilizzo delle comuni norme igieniche come il lavaggio delle mani può prevenire la trasmissione del patogeno ai familiari del soggetto affetto dalla patologia. Il soggetto affetto dovrebbe astenersi dalla preparazione di cibo per altre persone in modo da limitare la diffusione del batterio patogeno.
Il campione di feci deve essere fresco
La proporzione dei differenti tipi di batteri può non essere mantenuta se le feci non sono fresche e non vengono conservate in maniera appropriata. La crescita dei batteri che fanno parte della normale flora batterica può a volte determinare il mascheramento dei batteri patogeni, così come l’esposizione a temperature eccessivamente elevate.
Il ruolo dei farmaci antidiarroici in presenza di questo tipo di infezioni
I farmaci antidiarroici possono prolungare la malattia per via dell’inibizione della peristalsi intestinale che riduce la velocità di eliminazione del batterio dal tratto gastrointestinale.
Un’infezione gastrointestinale si può ripresentare?
Sì, è possibile. In seguito ad un’infezione viene sviluppata una risposta immunitaria a breve termine contro il batterio patogeno responsabile dell’infezione ma l’esposizione ad altri tipi o ceppi batterici può risultare in un’ulteriore infezione.
Altre cause di diarrea sintomatica
La diarrea può essere causata da:
- Virus dell’epatite A.
- Norovirus.
- Infezioni da parassiti come giardia.
- Intolleranze alimentari.
- Uso di alcuni farmaci (che possono direttamente o indirettamente causare diarrea attaccando la normale flora batterica intestinale).
- Malattie o disfunzioni intestinali come la celiachia, il malassorbimento o le malattie infiammatorie intestinali.
- Particolari condizioni di stress.