ESAME COLTURALE DELLE FECI

Cos’è l’esame colturale delle feci e perché si esegue?

Il test serve a individuare batteri patogeni, quindi in grado di causare una patologia, nel tratto gastrointestinale, distinguendoli dalla flora batterica normale.

I batteri patogeni entrano nel tratto gastrointestinale, infettandolo, attraverso l’assunzione di cibi (come uova crude o poco cotte, latte non pastorizzato, pollame, manzo) o di acqua contaminata (come quella di fiume o di lago, e forniture di acqua pubbliche o di paesi in via di sviluppo). 

Le specie batteriche che più frequentemente provocano patologie gastrointestinali sono: Salmonella, Campylobacter, Shigella. Le tossine più comuni sono: Escherichia coli O157:H7, Clostridium difficile.

Il test viene richiesto dallo specialista se il paziente manifesta, in forma grave o continuata, sintomi tra cui: diarrea, nausea, vomito, crampi addominali, sangue e/o muco nelle feci, senso di fatica, vertigini, pelle secca. 

In particolare il test viene richiesto se il malessere si presenta a seguito di un viaggio in paesi in via di sviluppo o dopo aver ingerito un alimento che ha provocato questi sintomi anche in altre persone.

Cosa significa il risultato del test?

Se il test è positivo significa che molto probabilmente è il batterio rilevato a causare i sintomi nel paziente.

Se il test è negativo, ma il paziente continua a presentare sintomi associati a un’infezione batterica gastrointestinale, l’infezione potrebbe essere dovuta a patogeni rari, o potrebbe darsi che i batteri responsabili siano presenti in numero troppo basso per essere rilevati. In tal caso lo specialista può ripetere l’esame su più campioni di feci o richiedere altri test.

Come avviene l’esame?

Il test viene eseguito su un campione di feci, non contaminato da urine o acqua, raccolto in un contenitore sterile e consegnato entro due ore dalla raccolta.

in caso di tempistiche più lunghe, il campione può essere conservato in un contenitore sterile contenente un tampone preservante.

Sono previste norme di preparazione?

No, non è richiesta nessuna preparazione particolare per questo esame.

Perché effettuare il Test?

Si effettua l’esame colturale delle feci al fine di individuare la presenza di batteri patogeni nel tratto gastrointestinale.

Quando effettuare il Test?

Si effettua il test quando si presenta uno o più dei seguenti sintomi in forma grave o continuata per più di qualche giorno: diarrea, crampi addominali, nausea e/o vomito.

Quale Campione Viene Richiesto?

Viene richiesto un campione di feci fresco che deve essere consegnato al laboratorio entro due ore dalla raccolta oppure conservato in un contenitore sterile contenente uno specifico tampone preservante.

È necessaria una Preparazione al test?

No, non viene richiesta alcuna preparazione.

L’esame

Si effettua la coprocoltura con l’obiettivo di identificare batteri patogeni eventualmente presenti nel campione di feci. Mediante questo test, è possibile di distinguere tra i batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale (flora batterica normale) e quelli in grado di causare una malattia (patogeni) nel tratto gastrointestinale di un paziente con sintomi di gastroenterite.

I batteri che vengono rilevati dal campione di feci sono rappresentativi di tutti i batteri presenti nel tratto gastrointestinale. Ricordiamo che alcuni batteri sono presenti normalmente nel tratto gastrointestinale di qualunque persona e svolgono un ruolo importante nel processo digestivo e nel prevenire la crescita di batteri patogeni nell’intestino.

In certi casi, è possibile che si manifesti uno sbilanciamento della flora batterica intestinale dovuto ad una terapia antibiotica ad ampio spettro; i farmaci inibiscono la crescita dei batteri non patogeni e favoriscono la sopravvivenza e la crescita di batteri resistenti agli antibiotici, come Clostridium difficile, causando diarrea e dolori addominali.

I batteri patogeni sono in grado di accedere al tratto gastrointestinale e infettarlo mediante l’assunzione di cibi o acqua contaminata. Tra le possibili fonti di batteri patogeni troviamo uova crude o poco cotte, latte non pastorizzato, pollame o manzo, acque di fiumi o laghi e, talvolta, forniture d’acqua pubbliche.

Viene potenzialmente esposto al rischio di esposizione a batteri in grado di sviluppare malattie gastrointestinali chi fa viaggi in paesi in via di sviluppo. Nel tratto gastrointestinale della popolazione residente potrebbero essere presenti alcuni batteri effettivamente patogeni ed altri normalmente presenti ma che potrebbero causare fastidi gastrointestinali nei turisti. È possibile che questi batteri vengano assunti mangiando o bevendo qualsiasi cosa contaminata, inclusa l’acqua di rubinetto, i cubetti di ghiaccio in una bevanda, un’insalata fresca e cibi venduti da venditori ambulanti.

In caso di infezioni batteriche gastrointestinali, i sintomi clinici più comuni sono diarrea prolungata, sangue e/o muco nelle feci, dolori e crampi addominali e nausea. La diarrea prolungata per più di qualche giorno può portare a disidratazione e sbilanciamento degli elettroliti, che si manifestano con pelle secca, senso di fatica e vertigini. Questi sintomi sono particolarmente preoccupanti per bambini e anziani in particolare.

Può essere necessaria l’ospedalizzazione, nei casi particolarmente gravi, per somministrare la terapia di supporto per la reidratazione. La sindrome emolitico-uremica è una grave complicanza che causa la distruzione dei globuli rossi ed uno scompenso renale che può talvolta originare da un’infezione di un ceppo di Escherichia coli producente tossine. L’Escherichia coli si sviluppa più frequentemente nei bambini, negli anziani e nelle persone immunocompromessi.

Qualora i sintomi non siano gravi e non persistano a lungo, l’esecuzione del test non è necessaria. Al contrario, in presenza di gravi sintomi clinici come diarrea mista a sangue e muco persistente, l’esecuzione del test può essere indicata, in particolare se i pazienti che presentano il malessere hanno viaggiato in paesi in via di sviluppo o mangiato o bevuto qualcosa che abbia determinato lo sviluppo dei sintomi anche in altre persone.

Insieme alla coprocoltura possono essere richiesti anche altri esami volti alla ricerca di eventuali virus o parassiti responsabili degli stessi sintomi, come l’esame coproparassitologico o i test di ricerca di specifici antigeni.

Come e Perché

Come si raccoglie il campione per il test?

È necessario che il campione di feci venga raccolto in un contenitore sterile e non sia contaminato con urine o acqua. Deve quindi essere consegnato al laboratorio nel più breve tempo possibile, preferibilmente entro due ore dalla raccolta. Se ciò non è possibile, può essere conservato per un tempo maggiore in specifici contenitori nei quali sia presente un tampone preservante. Nei neonati, viene prelevato un tampone rettale.

Come posso prepararmi al test per assicurare la buona qualità del campione?

Non è necessaria alcuna preparazione.

Quali informazioni si possono ottenere?

L’obiettivo della coprocoltura è l’identificazione la presenza di batteri patogeni, in grado di causare una malattia, nei pazienti che presentano sintomi di gastroenterite. Dato che le cause di gastroenterite possono essere molteplici, è possibile che, per una diagnosi più completa, questo esame venga richiesto in associazione ad altri esami, come l’esame coproparassitologico. È stato recentemente introdotto sul mercato un metodo che consente di valutare contemporaneamente un pannello di possibili patogeni gastrointestinali (pannello GI), quali virus, batteri e parassiti e determinare le cause più frequenti di infezioni gastrointestinali. Dato che questo tipo di test è relativamente nuovo, i laboratori e i clinici ne stanno attualmente valutando l’applicabilità e i costi effettivi.

Per la maggior parte delle infezioni gastrointestinali si ricorre semplicemente all’utilizzo di terapie di supporto e senza la necessità dell’esecuzione di questo tipo di esami, poiché nella maggior parte delle persone sane questo tipo di infezioni non è grave.  Esistono però delle situazioni nelle quali è particolarmente importante identificare il patogeno, ad esempio per la scelta terapeutica volta ad eliminare il patogeno ed a limitarne la diffusione.

Mediante la coprocoltura, vengono cercate e rilevate le specie batteriche che più frequentemente causano malattie gastrointestinali:

  • Salmonella
  • Campylobacter
  • Shigella

 

In alcuni casi, le vere cause del malessere sono le tossine prodotte da alcuni batteri. Questi ultimi possono essere cresciuti in coltura ma nella maggior parte dei casi le analisi sono volte alla ricerca delle tossine tramite metodiche molecolari (PCR) o tramite la ricerca degli antigeni. Alcuni esempi includono:

  • Escherichia coli O157:H7
  • Clostridium difficile

 

In base alla storia clinica del paziente o dei viaggi effettuati, è possibile effettuare una ricerca mirata anche ad altri patogeni, come ad esempio:

  • Yersinia enterocolitica
  • Aeromonas
  • Plesiomonas
  • Della specie Vibrio

Quando viene prescritto?

Qualora un paziente manifesti segni e sintomi di un’infezione del canale digerente, come:

  • Febbre
  • Dolore o crampi addominali
  • Nausea, vomito

Non è però necessario che tutti coloro che presentano questi sintomi vengano sottoporsi a questo test, poiché nei soggetti immunocompetenti, questo tipo di infezioni si risolve spontaneamente con il solo utilizzo di terapie di supporto senza ricorrere a terapie antibiotiche. L’analisi colturale delle feci può essere richiesto nel caso in cui:

  • Lo stato di malessere sia stato sviluppato in seguito ad un viaggio in paesi in via di sviluppo nei quali questo tipo di malattie è endemico.
  • Il paziente vada incontro a gravi complicanze, quali disidratazione o sbilanciamento elettrolitico
  • i segni e sintomi della malattia sono prolungati e non si risolvono spontaneamente
  • siano stati assunti cibi o bevande potenzialmente a rischio di contaminazione con batteri patogeni, come carne poco cotta, uova crude o altri cibi e bevande che hanno causato gli stessi sintomi in altre persone.
  • In bambini, anziani o persone con il sistema immunitario compromesso; secondo le statistiche, la diarrea è un killer globale che uccide ogni giorno in tutto il mondo 2195 bambini al di sotto dei 5 anni.
  • Vi sia il sospetto di un’epidemia dovuta alla contaminazione di cibo o acqua rischiosa per la comunità, come ad esempio la contaminazione di un certo tipo di cibi prodotti o preparati da uno specifico ristorante o un’eventuale epidemia in una nave da crociera.

 

Quando un paziente è in trattamento per una specifica infezione gastrointestinale o dopo che l’infezione si sia risolta spontaneamente, è possibile che il clinico richieda l’esecuzione del test su più campioni di feci in modo da verificare l’effettiva scomparsa del patogeno. Vi è infatti il rischio di diffusione della malattia da parte di pazienti asintomatici.

Cosa significa il risultato del test?

Qualora la coltura risulti positiva per la presenza di batteri patogeni, è verosimile che siano questi a causare diarrea e gli altri sintomi. Il nome del batterio rilevato viene generalmente viene riportato sul referto. 

Tra i batteri patogeni più frequentemente vengono rilevati in Europa troviamo:

  • Campylobacter: un batterio presente nel pollame crudo o poco cotto e nel latte non pastorizzato. Quando si diffonde nel circolo ematico può causare danni piuttosto seri e talvolta a lungo termine, come l’artrite o la sindrome di Guillain-Barré.
  • Salmonella: un batterio presente nelle uova crude (anche nelle uova intere disinfettate), pollame crudo, verdure e rettili. Gli animali domestici, come lucertole e tartarughe, e persone asintomatiche possono essere portatori di Salmonella, che può essere poi trasmessa da persona a persona.
  • Shigella: un batterio presente nel cibo e nell’acqua contaminata con feci o trasmessa da persona a persona nel caso in cui non venga rispettata una corretta igiene personale; è molto difficile prevenire la trasmissione di questa malattia all’interno di una famiglia, di un asilo o di case di cura.

 

Diversi altri batteri identificabili con una coprocoltura possono causare infezioni gastrointestinali. Alcuni esempi importanti:

  • Clostridium difficile: questo batterio fa parte della normale flora batterica ma se vengono assunti antibiotici ad ampio spettro la sua crescita può risultare eccessiva. I ceppi che producono tossine possono portare alla comparsa di diarrea e di altre gravi complicanze. Qualora il clinico sospetti la presenza di questi batteri, si esegue un test specifico per la ricerca di questi specifici ceppi di C. difficile.
  • Escherichia coli O157:H7 e altri ceppi di E. coli in grado di produrre tossine (molti ceppi di E. coli fanno normalmente parte della flora batterica intestinale e non causano malattie): questi batteri si trovano nella carne di manzo o di maiale cruda o poco cotta, negli spinaci o nel sidro non pastorizzato. Causa diarrea mista a sangue e lo sviluppo della sindrome uremico emolitica.

Altri patogeni meno frequenti sono:

  • Aeromonas
  • Yersinia enterocolitica
  • Plesiomonas
  • Vibrio cholerae altre specie Vibrio 

 

Un campione di feci viene refertato come negativo qualora la coprocoltura sia risultata negativa per i patogeni più comuni.

In caso di esito negativo alla coprocoltura ma il paziente presenti segni e sintomi che facciano sospettare un’infezione batterica gastrointestinale, è verosimile che l’infezione sia dovuta a patogeni rari, oppure che i batteri responsabili siano presenti in numero troppo basso per essere rilevati. È quindi possibile ripetere l’esame su più campioni di feci o eseguire ulteriori esami.

Anche se la presenza di più di un agente patogeno è possibile, la maggior parte delle infezioni gastrointestinali sono dovute ad un solo patogeno.

Domande Frequenti

Come si può prevenire un’infezione gastrointestinale?

Per prevenire un’infezione gastrointestinale, è consigliato evitare l’ingestione di acqua o alimenti contaminati e attenersi alle buone regole di igiene, come la detersione frequente e accurata delle mani. È opportuno cucinare i cibi a rischio di contaminazione, come le uova e la carne cruda, e i cibi cotti non dovrebbero entrare in contatto con superfici potenzialmente contaminate. Se si viaggia in paesi in via di sviluppo, è consigliabile bere solo acqua imbottigliata o bevande gassate, mangiare cibi cotti bene ed evitare frutta e verdura fresche, preferendo frutti che possano essere sbucciati in maniera autonoma. Sono a rischio anche i prodotti caseari non pastorizzati e i cibi dei venditori ambulanti. Tutti i familiari di un soggetto affetto dovrebbero adottare semplici norme igieniche come la detersione accurata delle mani, mentre il soggetto affetto dovrebbe astenersi dalla preparazione di alimenti per gli altri componenti del nucleo familiare, così da limitare la diffusione del patogeno.

Perché è necessario che il campione di feci sia fresco?

Poiché, se le feci non sono fresche e/o non vengono conservate in maniera appropriata, la proporzione dei differenti tipi di batteri può non essere mantenuta oppure può verificarsi un mascheramento dei batteri patogeni.

Perché è sconsigliato assumere farmaci antidiarroici in presenza di questo tipo di infezioni?

Poiché questo tipo di farmaci è in grado di prolungare la malattia. L’inibizione della peristalsi intestinale, infatti, diminuisce la velocità di eliminazione del batterio dal tratto gastrointestinale.

Se ho già avuto un’infezione gastrointestinale, è possibile averla nuovamente?

Si. Anche se in seguito ad un’infezione viene sviluppata una risposta immunitaria a breve termine contro il patogeno responsabile dell’infezione, l’esposizione ad altri tipi o ceppi batterici può comportare una nuova infezione.

Quali sono le altre cause di diarrea?

Altre cause di diarrea includono infezioni virali, come quella da norovirus o da virus dell’epatite A, e altre infezioni da parassiti come giardia, le intolleranze alimentari, l’uso di alcuni farmaci (che possono causare direttamente la diarrea o indirettamente attaccando la normale flora batterica intestinale), le malattie o disfunzioni intestinali come la celiachia, il malassorbimento o le malattie infiammatorie intestinali. Talvolta, anche lo stress può comportare la comparsa di diarrea. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

X
Add to cart