Perché sottoporsi al Test?
Ci si sottopone al test:
- Al fine di rilevare un’eventuale esposizione e/o avvelenamento ad alcune sostanze chimiche presenti nei pesticidi, oppure, nel caso di soggetti esposti ai pesticidi, per monitorare i livelli di colinesterasi.
- Prima di sottoporre il paziente ad anestesia tramite sostanze miorilassanti, per individuare una carenza ereditaria di pseudocolinesterasi, oppure per approfondimenti diagnostici in pazienti che hanno manifestato apnea prolungata in seguito ad un’anestesia.
Quando eseguire il Test?
Qualora si manifestino sintomi di avvelenamento da pesticidi oppure in soggetti esposti ai pesticidi con cadenza regolare per monitorare i livelli di colinesterasi.
Prima di un intervento chirurgico si effettua il test in pazienti con anamnesi familiare positiva per paralisi muscolare o apnea manifestatesi in seguito alla somministrazione di succinilcolina.
Quale Campione Viene Richiesto?
Un campione di sangue prelevato da una vena del braccio.
È necessaria una Preparazione al test?
No, non è necessaria nessuna preparazione.
L’Esame
Per colinesterasi si fa riferimento ad un gruppo di enzimi, deputati al corretto funzionamento del sistema nervoso. Le colinesterasi vengono classificate in due tipologie:
- acetilcolinesterasi, presente nei globuli rossi e nelle cellule di polmoni, milza, terminazioni nervose e materia grigia dell’encefalo
- pseudocolinesterasi (butirrilcolinesterasi), presente nel siero e nel fegato, muscolo, pancreas, cuore e materia bianca dell’encefalo.
Il test della colinesterasi si occupa di misurare l’attività di questi enzimi.
L’acetilcolinesterasi è coinvolta nella trasmissione degli impulsi nervosi, degradando l’acetilcolina, ovvero una sostanza chimica anch’essa coinvolta nella trasmissione nervosa. Una diminuzione dell’attività dell’acetilcolinesterasi comporta l’accumulo di acetilcolina in corrispondenza delle terminazioni nervose, che innesca l’iperstimolazione delle innervazioni presenti nei tessuti e negli organi interessati. La pseudocolinesterasi invece è coinvolta nel processamento e metabolismo dei farmaci.
Questi enzimi vengono misurati principalmente per i seguenti motivi:
- Esposizione a pesticidi organofosfati. La colinesterasi e la pseudocolinesterasi vengono infatte inibite dagli organofosfaticontenuti nei pesticidi. I sintomi possono manifestarsi progressivamente, in caso di esposizione cronica, oppure possono essere gravi in caso di esposizione acuta ai pesticidi. Questi ultimi possono essere assorbiti nell’organismo in seguito a ingestione, inalazione o contatto con la pelle. È possibile che vengano richieste la misura dell’attività dell’acetilcolinesterasi eritrocitaria o della pseudocolinesterasi sierica, in caso di sospetto avvelenamento acuto o in soggetti esposte ai pesticidi per motivi professionali (ad esempio le persone impiegate in aziende agricole o industrie chimiche).
- Carenza ereditaria di pseudocolinesterasi. La pseudocolinesterasi è implicata nel metabolismo della succinilcolina, una sostanza miorilassante utilizzata frequentemente negli interventi chirurgici. Alcune persone presentano variante genetica di pseudocolinesterasi, che determina una forma ereditaria di carenza di questo enzima. I soggetti carenti di pseudocolinesterasi possono manifestare effetti prolungati dell’attività del farmaco, con paralisi muscolare prolungata e apnea. Inoltre, le persone omozigoti per questa variante, possono manifestare sintomi più gravi rispetto alle persone eterozigoti. Inoltre, Il test della pseudocolinesterasi può essere richiesto prima di un intervento chirurgico in soggeti con anamnesi familiare positiva per episodi di apnea o paralisi dopo la somministrazione di succinilcolina, così da evitare eventuali complicanze relative alla somministrazione di questo farmaco.
Stai cercando gli Intervalli di Riferimento?
Molteplici fattori influenzano gli intervalli di riferimento, come ad esempio l’età e il sesso del paziente, la popolazione di riferimento e il metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. Il significato del risultato numerico di un test può variare da un laboratorio all’altro.
Per tali ragioni, il presente sito web riporta gli intervalli di riferimento. Si raccomanda di riferirsi ai valori di riferimento riportati sul referto di laboratorio, accanto al nome ed al risultato dello stesso, forniti dal laboratorio nel quale questi sono stati eseguiti.
Come e Perché
Quali informazioni si possono ottenere?
Il test della colinesterasi può essere richiesto per due motivi:
- Permette di rilevare e diagnosticare un’esposizione o un avvelenamento ad opera di pesticidi organofosfati. Può, inoltre, essere utilizzata per monitorare i soggetti a rischio per l’esposizione a queste sostanze, come chi lavora nelle industrie agricole o chimiche, o le persone trattate per avvelenamento. In genere, in questi casi vengono richiesti il test per la misura dell’attività dell’acetilcolinesterasi (AChE) ed il test della pseudocolinesterasi (PChE).
- Permette la valutazione del rischio di complicanze post-operatorie dovute alla succinilcolina, che viene utilizzata come anestetico miorilassante, in soggetti con anamnesi familiare positiva per questo tipo di reazioni. Dopo questo test, può inoltre essere richiesto il test di inibizione della dibucaina, al fine di determinare l’entità della diminuzione dell’attività enzimatica.
In che casi viene prescritto?
Questo test può essere richiesto per monitorare persone che, per motivi professionali, sono esposte a pesticidi organofosfati con cadenza regolare. Risulta utile anche per accertare un’eventuale esposizione acuta a queste sostanze, potenziale causa di un danno neuromuscolare. Gli effetti tossici possono manifestarsi in seguito ad un assorbimento rapido della sostanza nei polmoni, nel canale gastrointestinale o nella pelle. I sintomi di tossicità dipendono dal composto, dalla quantità e dal sito di esposizione.
Tra i sintomi precoci più comuni vi sono:
- Nausea
- Eccessiva lacrimazione, sudorazione e/o salivazione
- Cefalea, vertigini
Con il tempo, possono anche comparire altri sintomi, tra cui:
- Debolezza muscolare, spasmi o perdita di coordinazione
- Vomito, diarrea
- Diminuzione della frequenza respiratoria dovuta a insufficienza respiratoria, necessità di ventilazione assistita
- Visione oscurata o annebbiata dovuta alla contrazione delle pupille
- Nei casi più gravi, convulsioni, coma e morte
È raccomandata l’esecuzione del test per coloro che devono sottoporsi ad anestesia con succinilcolina e che abbiano anamnesi familiare positiva per episodi di apnea o paralisi prolungata post-operatorie.
Cosa significa il risultato del test?
Test per l’esposizione acuta
L’assorbimento di quantità eccessive di composti organofosfati viene indicato da una diminuzione significativa dell’attività della colinesterasi. L’attività della pseudocolinesterasi (PChE) e quella dell’acetilcolinesterasi eritrocitaria (AChE) diminuiscono nel giro di pochi minuti o poche ore dall’esposizione. Sebbene entrambe siano influenzate immediatamente dopo l’esposizione ai pesticidi, l’attività della PChE viene ripristinata entro pochi giorni/settimane, mentre quella dell’AChE richiede 1-3 mesi dal momento in cui la fonte viene individuata e rimossa. Ciò avviene perché l’AChE, presente nei globuli rossi, ha un’emivita di circa 120 giorni (corrispondente alla vita dei globuli rossi), mentre la PChE viene prodotta dal fegato con un’emivita di due settimane circa.
Monitoraggio dell’esposizione a pesticidi per motivi professionali
In caso di esposizione a composti organofosfati, l’attività dell’acetilcolinesterasi (AChE) e della pseudocolinesterasi (PChE) può diminuire fino all’80% di attività normale, senza comparsa dei sintomi, e fino al 40% prima che i sintomi si manifestino in maniera grave. Coloro che, per motivi professionali, sono continuamente esposti a queste sostanze, dovrebbero sottoporsi ad un monitoraggio costante e stabilire un livello di attività enzimatica di base. Ciò vuol dire ripetere il test ad intervalli regolari per rilevare eventuali riduzioni significative dell’attività dell’AChEo della PChE.
Test di sensibilità alla succinilcolina
Circa il 3% delle persone presenta un’attività della PChE ridotta a causa di una carenza ereditaria, e presenta un certo rischio di manifestare effetti prolungati della succinilcolina. Per questo motivo, è necessario misurare l’attività della PChE prima dell’esecuzione di un intervento chirurgico, in soggetti con storia familiare positiva per apnea o paralisi prolungata post-operatorie. Tale diminuzione dei livelli di PChE aumenta il rischio di sviluppare eventi avversi dopo l’anestesia. Il test di inibizione della dibucaina, può contribuire ad un approfondimento più dettagliato sulla sensibilità del paziente al farmaco. La diminuzione dei risultati ottenuti dal test di sensibilità alla dibucaina, aumenta il rischio di effetti avversi alla succinilcolina.
È inoltre possibile che la causa della riduzione dei livelli di colinesterasi sia la presenza di malnutrizione o malattie epatiche croniche.
Cos’altro bisogna sapere?
È possibile che venga richiesto il test per la sensibilità alla succinilcolina in pazienti con apnea prolungata inaspettata dopo un intervento chirurgico. In questi casi, il campione deve essere prelevato dopo 24-48 ore dall’intervento, per evitare l’interferenza nel test di qualsiasi farmaco somministrato durante l’intervento.
I farmaci chiamati inibitori delle colinesterasi, possono avere effetti moderatamente benefici anche in pazienti in fasi precoci della malattia di Alzheimer.
Domande Frequenti
È possibile effettuare il test in ambulatorio?
No, non è possibile. Intolre, è bene sapere che non tutti i laboratori eseguono il test.
Quanto tempo richiede l’esecuzione del test?
Potrebbero essere necessari alcuni giorni, ma tutto dipende dal laboratorio in cui viene effettuato il test.