Perché effettuare il Test?
Si effettua il test al fine di determinare la concentrazione di ciclosporina nel sangue per verificare il raggiungimento dell’intervallo terapeutico, per determinare il livello tossico per l’organismo e per il corretto mantenimento della terapia.
Quando è opportuno effettuare il Test?
Nella fase iniziale della terapia ogni giorno o due o tre volte alla settimana, successivamente a cadenza regolare per monitorare il mantenimento del corretto dosaggio.
Quale Campione Viene Richiesto?
Un campione di sangue prelevato da una vena sul braccio.
Viena richiesta una Preparazione al test?
No, non è necessaria alcuna. DI norma, si esegue il prelievo nel momento in cui la concentrazione di farmaco in circolo è minima, in genere subito prima dell’assunzione della dose successiva. Nel caso della ciclosporina, che viene assunta due volte al giorno, il prelievo viene eseguito dopo 12 ore dall’ultima dose di farmaco. Qualora sia necessario effettuare il prelievo al mattino, è necessario che il paziente non assuma la dose di farmaco fino a che questo non venga eseguito.
L’Esame
Il test ha come obbiettivo la misura della concentrazione di ciclosporina nel sangue. Per ciclosporina si fa riferimento ad un farmaco immunosoppressore, in grado di diminuire le difese immunitarie del paziente.
Normalmente, si ricorre a tale farmaco al fine di prevenire il rigetto nei trapianti d’organo (come rene, fegato, cuore e altri organi), poiché in grado di inibire la capacità del sistema immunitario di riconoscere tessuti trapiantati come estranei e quindi di attaccarli. Così è possibile diminuire le probabilità di rigetto e aumentare le probabilità di successo del trapianto.
È contemplato l’utilizzo della ciclosporina come trattamento dei sintomi di alcune patologie autoimmuni, ovvero quelle patologie che determinano un attacco da parte del sistema immunitario ai tessuti propri dell’organismo di appartenenza (detti self). Tra queste includiamo la psoriasi, l’artrite reumatoide, l’anemia aplastica, il morbo di Chron e altre. La ciclosporina agevola il contenimento della risposta immunitaria e la riduzione della gravità dei sintomi.
È necessario, tuttavia, utilizzare la ciclosporina con cautela e monitorare con attenzione la sua concentrazione. Viene, infatti, utilizzata solo in assenza di risposta altre terapie o caso di sintomi particolarmente gravi, estesi e invalidanti.
È utile misurare la concentrazione ematica di ciclosporina al fine di garantire la giusta dose del farmaco (intervallo terapeutico) al paziente. Qualora la concentrazione di ciclosporina risulti bassa, può verificarsi il rigetto dell’organo trapiantato o la ricomparsa dei sintomi dovuti malattia autoimmuni. AL contrario, se la concentrazione di ciclosporina risulta troppo alta, può risultare tossica per l’organismo.
Stai cercando gli Intervalli di Riferimento?
Molteplici fattori influenzano gli intervalli di riferimento, come ad esempio l’età e il sesso del paziente, la popolazione di riferimento e il metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. Il significato del risultato numerico di un test può variare da un laboratorio all’altro.
Per tali ragioni, il presente sito web riporta gli intervalli di riferimento. Si raccomanda di riferirsi ai valori di riferimento riportati sul referto di laboratorio, accanto al nome ed al risultato dello stesso, forniti dal laboratorio nel quale questi sono stati eseguiti.
Come e Perché
Quali informazioni si possono ottenere?
La misura della ciclosporina ematica è utile per assicurarsi la sua concentrazione sia efficace e che si posizioni all’interno dell’intervallo terapeutico, vale a dire che non risulti tossica per l’organismo. La ciclosporina è un farmaco che, data la sua capacità di diminuire la risposta del sistema immunitario, viene prescritto per prevenire il rigetto dell’organo successivamente ad un trapianto, o per alleviare i sintomi derivanti da patologie autoimmuni, come l’artrite reumatoide o la psoriasi.
È fondamentale monitorare attentimento concentrazione di ciclosporina per diverse ragioni:
- Non c’è buona correlazione tra la dose di farmaco che viene somministrata e la concentrazione che si trova in circolo.
- Dall’azienda produttrice e dalle modalità di preparazione del farmaco possono dipendere variazioni di concentrazione nel circolo sanguigno.
- L’assorbimento e il metabolismo della dose orale di ciclosporina varia da paziente a paziente, ma anche nello stesso individuo a seconda dei tempi di somministrazione e del cibo ingerito.
- Nel sangue di pazienti che soffrono di artrite reumatoide o di psoriasi, la concentrazione del farmaco deve essere sufficientemente elevata da alleviare i sintomi.
- È importante distinguere, nel caso del trapianto renale, il rigetto del rene dal danno renale indotto da quantità eccessive di farmaco.
- La ciclosporina può comportare degli effetti collaterali gravi, evitabili con un monitoraggio assiduo della sua concentrazione.
- Nei pazienti trapiantati è importante che subito dopo l’intervento la concentrazione di ciclosporina sia sufficientemente elevata da prevenire il rigetto.
Monitorare la concentrazione del farmaco permette, dunque, di garantire al paziente che gli venga somministrata una quantità sufficiente di farmaco, in grado di massimizzare i benefici e rendere minimi gli effetti tossici.
Quando si prescrive?
Si richiede la misura della ciclosporina nella fase iniziale della terapia, su base giornaliera, per identificare il dosaggio corretto. Dopo aver definito il dosaggio di farmaco necessario al mantenimento dell’intervallo terapeutico, basta monitorarne la concentrazione una volta ogni due o tre mesi o più. Inoltre, è importante eseguire il test quando si presentano variazioni dello stato di salute del paziente o qualora questo cominci ad assumere altri farmaci che potrebbero alterare il metabolismo della ciclosporina. Un cambiamento nello stato metabolico del paziente richiede un aumento di frequenza del monitoraggio.
Frequentemente i pazienti che hanno subito un trapianto presentano una dose di ciclosporina elevata dopo l’intervento, che poi diminuisce progressivamente.
Nei casi di artrite reumatoide o psoriasi la dose può aumentare fino a che non si osserva un miglioramento dei sintomi.
In seguito ad una qualsiasi variazione nel dosaggio, è necessario misurare la ciclosporina nel sangue.
La frequenza con cui viene effettuato questo test viene determinata da molti fattori, tra cui il tipo di organo trapiantato, l’età e le condizioni generali del paziente. Ad esempio, nel caso di trapianto di fegato, è necessario un monitoraggio frequente poiché la ciclosporina viene metabolizzata dal fegato stesso e un suo malfunzionamento potrebbe limitarne l’eliminazione.
Nel caso in cui si presenti il sospetto di rigetto o nefrotossicità, il test della ciclosporina viene richiesto più frequentemente.
Alcuni segni e sintomi di tossicità dovuta a ciclosporina sono:
Danno renale (nefrotossicità)
Emorragia, gonfiore delle gengive
Irsutismo
Infezioni
Pressione sanguigna alta
Diminuzione dei livelli ematici di magnesio
Aumento dei livelli ematici di potassio
Alterazioni dell’emocromo
Iperlipidemia
Danno epatico (epatotossicità) che può causare itterizia con urine scure, feci pallide e occhi gialli
Diarrea
Nausea
Tremori
Cosa vuol dire il risultato del test?
Ad influire sull’intervallo terapeutico della ciclosporina sono: il metodo usato per misurare il farmaco, il tipo di trapianto e da quanto tempo è passato dal trapianto. I risultati ottenuti da differenti tipi di campione e metodi differenti, non sono intercambiabili.
Il paziente va incontro a rischio di rigetto dell’organo trapiantato o di ricomparsa dei sintomi se i livelli di ciclosporina nel sangue sono più bassi rispetto all’intervallo terapeutico. Se, al contrario, i livelli di ciclosporina sono superiori, il paziente corre il rischio di comparsa di effetti collaterali o di tossicità.
Si raggiunte il picco di concentrazione di ciclosporina nel sangue due ore dopo la somministrazione del farmaco. Livelli elevati di ciclosporina durante il picco vengono associati ad una riduzione del rischio di rigetto, soprattutto durante il primo anno dopo il trapianto.
Cos’altro bisogna sapere?
Nella maggior parte dei casi, i laboratori effettuano questo tipo di analisi su sangue intero raccolto 12 ore dopo l’assunzione dell’ultima dose o subito prima della successiva.
Alcuni laboratori sono più specializzati nel misurare molecole affini alla ciclosporina, mentre altri misurano i metaboliti del farmaco, di conseguenza i valori di riferimento possono risultare diversi da un laboratorio all’altro. È importante effettuare l’esame sempre nello stesso laboratorio durante il monitoraggio della terapia, dato che la misura della ciclosporina varia a seconda del metodo utilizzato,
Per i quadri clinici che non contemplano un trapianto, la ciclosporina può essere prescritta in concomitanza con altri farmaci, come gli anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Nei casi di trapianto, la ciclosporina viene somministrata insieme ad altri farmaci dotati di effetto anti-rigetto. È bene ricordare che gli altri farmaci assunti dal paziente potrebbero influenzare i livelli ematici di ciclosporina. Dunque, è fondamentale che il paziente riferisca al clinico quali altri i farmaci assume e qualsiasi variazione che si presenti nello stato di salute. Interagendo con la ciclosporina, alcuni farmaci possono avere effetti molto pericolosi e pertanto non devono essere assunti in contemporanea. Per maggiori informazioni è fortemente consigliato di rivolgersi al proprio medico.
La ciclosporina può causare ipertensione e danno renale. È dunque molto importante riferire al clinico qualsiasi patologia renale o stato ipertensivo avuto prima dell’assunzione del farmaco.
Tramite gli esami di laboratorio appropriati, si può monitorare la funzionalità epatica e renale.
È molto importante evitare il succo di pompelmo, poiché rallenta il normale metabolismo della ciclosporina, causando il raggiungimento di livelli potenzialmente tossici nel sangue. La durata di questi livelli di tossicità può perdurare anche per tre o più giorni dopo l’ultimo bicchiere di succo assunto.
La ciclosporina aumenta l’eliminazione del magnesio e ciò può comportare la presenza di sintomi correlati al basso contenuto di magnesio nel sangue. Di conseguenza è opportuno monitorare i livelli di magnesio e, in caso di carenza, assumere degli integratori.
In altri casi, l’assunzione di ciclosporina comporta l’innalzamento della potassiemia. Per questo motivo è importante monitorare i livelli di potassio, evitare diete ricche di potassio e usare con cautela i diuretici, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II e i farmaci contenenti potassio.
Domande Frequenti
Per quanto tempo si deve assumere la ciclosporina?
La durata della terapia varia in base al caso trattato e al trattamento scelto. In caso di segni di rigetto dell’organo trapiantato, di tossicità o dopo due o tre anni dall’inizio del trattamento, viene cambiata la terapia.
Si ricorre alla ciclosporina nei pazienti affetti da patologie autoimmuni (artrite reumatoide, morbo di Chron, psoriasi e altre) solo quando i sintomi sono acuti o quando altri farmaci sono inefficaci. In questo caso, non è consigliato somministrare ciclosporina per più di un anno, dati gli effetti tossici che il farmaco comporta; è invece consigliato somministrare il farmaco per brevi periodi o a intermittenza, di solito per periodi di dodici settimane.
Chi può richiedere il test?
Di norma, il test viene richiesto da uno specialista che ha vasta conoscenza delle patologie per cui viene prescritto il farmaco e che ha familiarità con esso.