Autoimmunità del Diabete
Test di Laboratorio – Come Prepararsi al Meglio
Noto anche come: Autoanticorpi citoplasmatici anti-insula pancreatica (ICA), Anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico (GADA), Autoanticorpi anti-insulina (IAA), Autoanticorpi GAD6 Autoanticorpi associati all’insulinoma-2 (IA-2A), Autoanticorpi anti-trasportatore 8 dello zinco (ZnT8A), Autoanticorpi ICA512
Nome ufficiale: Pannello di autoanticorpi del diabete mellito
In Sintesi
Perché sottoporsi al Test
Di norma, ci si sottopone al test al fine di identificare soggetti a rischio di sviluppare diabete di tipo 1 o che richiedono la terapia insulinica; in seguito alla diagnosi di diabete; per la diagnosi differenziale dei diversi tipi di diabete.
Quando eseguire il Test
Si effettua questo test come supporto nella diagnosi di diabete di tipo I o di tipo II.
Il campione richiesto
Un campione di sangue venoso ottenuto per mezzo di prelievo sul braccio.
Preparazione al test
Non è necessario alcun tipo di preparazione.
L’Esame
Per l’autoimmunità del diabete, vengono coinvolti degli anticorpi che consistono in determinate proteine prodotte dal sistema immunitario e associate al diabete di tipo I (presenti nel 95-98% delle persone affette da diabete mellito di tipo I). L’esame in questione permette di identificare la presenza di questi autoanticorpi nel sangue.
Per diabete mellito di tipo I si fa riferimento ad una patologia caratterizzata dalla carenza di insulina, a causa di un processo autoimmune, che distrugge le cellule del pancreas produttrici insulina, denominate cellule beta. Gli autoanticorpi sono di solito presenti alla diagnosi, ma non è escluso che si palesino anche prima (pre-diabete). Nel corso dei 5-10 successivi alla diagnosi, la loro frequenza diminuisce.
Gli autoanticorpi evidenziano la presenza di un processo autoimmune responsabile della distruzione delle cellule beta, ma non sono considerati la causa del diabete di tipo I. Il diabete mellito di tipo II è invece dovuto all’insulino-resistenza, ovvero la resistenza dell’organismo agli effetti dell’insulina. In questo caso, l’insulino-resistenza determina un calo progressivo della produzione di insulina, senza il coinvolgimento di meccanismi autoimmunitari.
Un tempo il diabete di tipo I era noto come diabete giovanile o insulino-dipendente, ma è stato in seguito ricaratterizzato per sottolineare la carenza assoluta di insulina. Alla diagnosi di diabete di tipo I, si rilevano nel 95% degli affetti uno o più tipi di autoanticorpi. Nel diabete di tipo II, invece, si palesa l’assenza totale di autoanticorpi.
I cinque principali autoanticorpi correlati al diabete sono:
Anticorpi anti-insulina (IAA)
Anticorpi citoplasmatici anti-insula pancreatica (ICA)
Anticorpi anti-trasportatore dello zinco 8 (ZnT8A)
Anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico (GADA)
Anticorpi-2 associati all’insulinoma (IA-2A)
Il diabete di tipo I (autoimmune) costituisce circa il 10% di tutti i casi di diabete diagnosticati; la maggior parte dei casi viene diagnosticata prima dei 20 anni, si tratta di una patologia che può manifestarsi in qualsiasi età. I sintomi, tra cui minzione frequente, sete, perdita di peso e scarsa guarigione delle ferite, emergono nel momento in cui circa l’80-90% delle cellule beta del pancreas vengono distrutte e di conseguenza la produzione di insulina non è più possibile.
L’organismo ha quotidianamente bisogno d’insulina, cosicché il glucosio possa entrare nelle cellule ed essere usato per produrre energia. Senza l’insulina necessaria, le cellule non ricevono l’apporto adeguato di glucosio e nel paziente si verifica un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue, che prende il nome di iperglicemia. L’iperglicemia acuta può determinare una crisi diabetica (stato iperglicemico-iperosmolare, chetoacidosi diabetica o entrambi). L’iperglicemia cronica può danneggiare la parete dei vasi, i nervi ed alcuni organi, tra cui i reni.
Stai cercando gli Intervalli di Riferimento?
Molteplici fattori influenzano gli intervalli di riferimento, come ad esempio l’età e il sesso del paziente, la popolazione di riferimento e il metodo utilizzato per l’esecuzione dell’esame. Il significato del risultato numerico di un test può variare da un laboratorio all’altro.
Per tali ragioni, il presente sito web riporta gli intervalli di riferimento. Si raccomanda di riferirsi ai valori di riferimento riportati sul referto di laboratorio, accanto al nome ed al risultato dello stesso, forniti dal laboratorio nel quale questi sono stati eseguiti.
Come e Perché
Le informazioni ottenibili dal test
Il test degli autoanticorpi diretti contro le isole pancreatiche viene utilizzato come supporto nella diagnosi differenziale tra diabete autoimmune di tipo I e diabete dovuto ad altre cause. La presenza di autoanticorpi è strettamente collegata alla presenza di diabete di tipo I, ma non in caso di diabete non-autoimmune. Il diabete di tipo I è una patologia caratterizzata dalla mancanza di insulina. Ciò è causato da un processo autoimmune che distrugge le cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina. Il diabete di tipo II è invece caratterizzato dalla resistenza insulinica e, di conseguenza, al calo della produzione di insulina da parte del pancreas.
Una diagnosi differenziale corretta del diabete permette di determinare la terapia più appropriata per ogni paziente, auspicabilmente in maniera precoce, per evitare e prevenire possibili complicanze della malattia. Gli affetti da diabete di tipo I sono obbligati ad effettuare un autocontrollo dei livelli di glucosio nel sangue ed iniettarsi l’insulina più volte al giorno. Anche i pazienti affetti da diabete di tipo II hanno l’obbligo misurarsi il glucosio una o più volte al giorno, ma hanno a disposizione diversi metodi per tenere sotto controllo il glucosio nel sangue. In alcuni casi basta ricorrere ad una dieta appropriata e all’esercizio fisico, in altri, invece, è necessaria l’assunzione di farmaci per via orale o con iniezioni quotidiane di insulina.
Quando prescrivere l’esame
È bene richiedere la ricerca degli autoanticorpi coinvolti nell’autoimmunità del diabete per una corretta diagnosi di diabete, nonché per la diagnosi differenziale tra diabete di tipo I e diabete di tipo II. è Inoltre possibile effettuare il test in persone con diagnosi di diabete di tipo II che presentano grandi difficoltà nel controllo glicemico per mezzo di trattamenti standard. Talvolta, il la presenza conclamata di autoanticorpi anti-insula pancreatica può modificare la diagnosi da diabete di tipo II a diabete di tipo I. Secondo l’American Diabetes Association (ADA), è bene sottoporre a screening e, dunque, alla ricerca degli autoanticorpi, anche i parenti di primo grado di pazienti affetti da diabete di tipo I.
Significato degli esiti del test
La presenza di autoanticorpi citoplasmatici anti-insula pancreatica (ICA), anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico (GADA), autoanticorpi -2 associati all’insulinoma (IA-2A) e/o di autoanticorpi anti-trasportatore dello zinco 8 (ZnT8A) in una persona con sintomi di diabete, è sufficiente per confermare la presenza del diabete di tipo I. La presenza di autoanticorpi anti-insulina (IAA) in un bambino diabetico non trattato con insulina identifica il diabete di tipo I.
L’assenza degli autoanticorpi nel momento della diagnosi, o pochi anni dopo, rende improbabile la presenza di diabete di tipo I. In rari casi, gli affetti da diabete di tipo I non sviluppano una concentrazione misurabile autoanticorpi. Nella maggior parte dei casi, ovvero circa 95%, di nuova diagnosi di diabete di tipo I si riscontra almeno un tipo di autoanticorpi.
Nella tabella sottostante sono riassunti cinque tipi principali di autoanticorpi:
TEST | ABBR. | DESCRIZIONE | COMMENTI |
Anticorpi anti-citoplasma di insula pancreatica | ICA | Misura un gruppo di autoanticorpi diretti contro proteine espresse sulle cellule delle isole pancreatiche (Nota: le cellule beta sono un tipo di cellule presenti nell’isola pancreatica) | Uno dei più comuni autoanticorpi diretti contro le cellule delle isole determinabili precocemente; sono osservati nel 70-80% delle nuove diagnosi di diabete di tipo I. La presenza di ICA in persone asintomatiche le identifica come persone a rischio di sviluppare il diabete di tipo I. Per molti anni hanno rappresentato il gold-standard ma attualmente sono in disuso. |
Anticorpi anti- decarbossilasi dell’acido glutammico | GADA | Test per gli autoanticorpi diretti contro alcune proteine delle cellule beta (antigeni) ma non specifici per le cellule beta. | La presenza di GADA in pazienti affetti da diabete consente di formulare la diagnosi di diabete di tipo I. I GADA sono presenti alla diagnosi in circa il 70-80% delle persone. La presenza di GADA in persone asintomatiche le identifica come persone a rischio di sviluppare il diabete di tipo I. |
Autoanticorpi-2 associati all’insulinoma | IA-2A | Test per autoanticorpi diretti contro gli antigeni della cellule beta. | La presenza di IA-2A in pazienti affetti da diabete consente di formulare la diagnosi di diabete di tipo I. I IA-2A sono presenti alla diagnosi in circa il 60% delle persone affette da diabete di tipo I. La presenza di IA-2A in persone asintomatiche le identifica come persone a rischio di sviluppare il diabete di tipo I. |
Autoanticorpi anti-insulina | IAA | Autoanticorpi diretti contro l’insulina; l’insulina è l’unico antigene ritenuto altamente specifico per le cellule beta. | La presenza di IAA in persone affette da diabete ma non trattate con insulina, indica la presenza di diabete di tipo I. E’ raccomandato eseguire questo test prima dell’inizio della terapia con insulina. Perché il test sia valido, il paziente che si sottopone all’esame deve sospendere il trattamento con insulina per almeno 14 giorni prima del prelievo. Gli IAA sono presenti in circa il 50% dei pazienti pediatrici con diabete di tipo I, mentre sono rari negli adulti. La presenza di IAA in persone asintomatiche le identifica come persone a rischio di sviluppare il diabete di tipo I. Il test degli IAA non distingue tra autoanticorpi che riconoscono l’insulina endogena e anticorpi prodotti contro l’insulina esogena. |
Autoanticorpi anti-trasportatore dello zinco 8 | ZnT8A | Autoanticorpi diretti contro una proteina responsabile del trasporto dello zinco all’interno dei granuli contenenti insulina delle cellule beta. | La presenza di ZnT8A in persone affette da diabete ne identifica l’origine autoimmune. Gli ZnT8A sono presenti alla diagnosi di circa il 60% delle persone con diabete di tipo I. Questi autoanticorpi consentono anche di diagnosticare di diabete autoimmune latente dell’adulto (LADA). La presenza di ZnT8A in persone asintomatiche le identifica come a maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo I. La presenza di questi anticorpi in persone sottoposte a trapianto di pancreas rappresenta un fattore predittivo negativo per la riuscita del trapianto. |
Altre informazioni utili
La presenza degli autoanticorpi correlati al diabete (ICA, GADA, IAA, IA-2A, ZnT8) viene riscontrata in persone che presentano altre patologie autoimmuni, tra cui la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Addison. In questi casi c’è rischio di sviluppare il diabete di tipo I.
Si raccomandano i test per la ricerca degli anticorpi del diabete su pazienti non diabetici solo in alcuni casi selezionati. Si può, ad esempio, ricorrere a questi esami per predire lo sviluppo del diabete di tipo I nei familiari delle persone affette. In generale, più autoanticorpi correlati al diabete sono presenti nel sangue di pazienti non affetti, più è alto il rischio di sviluppare il diabete di tipo I. Se un individuo non diabetico risulta positivo per uno o più tipi di autoanticorpi e presenta una bassa risposta insulinica all’iniezione endovena di glucosio, allora il rischio di sviluppare diabete di tipo I può essere alto. In particolare i parenti di primo grado di pazienti affetti da diabete di tipo I che risultano positivi per la presenza degli ICA e presentano una bassa risposta insulinica all’iniezione endovenosa di glucosio, corrono un rischio pari al 50% di sviluppare il diabete di tipo I entro 5 anni. La presenza dei GADA ha un valore predittivo analogo.
Dato che non sono attualmente disponibili terapie efficaci per la prevenzione del diabete di tipo I, non è di norma raccomandato lo screening sulla popolazione generale per gli autoanticorpi del diabete. Fanno eccezione gli esami effettuati a scopo di ricerca.
È possibile che le persone che seguono un trattamento insulinico sviluppino anticorpi diretti contro l’insulina esogena, ma il test degli IAA non è in grado di distinguere tra questo tipo di anticorpi e gli autoanticorpi diretti contro l’insulina endogena. Di conseguenza, la ricerca degli IAA non deve essere eseguita nei pazienti già in trattamento con iniezioni di insulina, come ad esempio, le persone con diagnosi di diabete di tipo II trattate con iniezioni di insulina.
Domande Frequenti
È possibile ricorre a questi test per diagnosticare il diabete?
No, a tale scopo si ricorre al la curva da carico glicemica (OGTT), l’HBA1c e i corpi chetonici. Una volta effettuata la diagnosi si utilizzano gli autoanticorpi per la diagnosi differenziale tra diabete di tipo I e diabete di tipo II.
È vero che gli autoanticorpi ICA, GADA, IA-2A e ZnT8A distruggono le cellule beta?
Riflettono lo sviluppo di un processo autoimmune in corso e vengono associati alla distruzione delle cellule beta, ma attualmente non sono ritenuti la causa della patologia.